Milan in dieci, impresa scudetto. Gioco e sofferenza: Allegri capolavoro. L’ha persa Conte. De Bruyne sostituito è un caso

Ora il Milan è un candidato vero per lo scudetto. Partite come quella di ieri sera raccontano tanto e spesso dicono delle verità. Il Milan ha fatto tutto quello che deve saper fare una grande squadra, prima il gioco, poi il controllo della partita e infine, in dieci, una grande sofferenza. Organizzazione e personalità, ma anche carattere e una straordinaria grinta. E’ una squadra rabbiosa questo Milan, quasi come se la voglia di rivincita di Allegri, la sua rabbia contro chi l’aveva definito bollito, un dinosauro, l’avesse trasmessa a tutto un gruppo. Il Napoli ha perso prima su questo terreno, il Milan fin dall’inizio arrivava primo su tutti i palloni, non mollava un centimetro. Questo atteggiamento ha sorpreso nettamente un Napoli in difficoltà di organico in difesa, ma in difficoltà in assoluto.
Un Milan allegriano vero, che difende basso, ma non sta passivo, riparte con tre-quattro giocatori, attacca gli spazi e accompagna, affolla l’area quando è necessario. Crede in quello che fa, nel calcio e nelle motivazioni proposte dal suo allenatore che, sono sicuro, dal primo giorno del ritiro, sta dicendo al suo gruppo: fate vedere chi siete a chi non vi considera.
La tattica e le strategie di Allegri sono sempre quelle, ma impreziosite da giocatori straordinari come Modric (anche ieri sera un leader assoluto per quasi cento minuti con il recupero) che in pensione ci manda qualche altro e da altri di livello superiore come Pulisic che dietro la punta, di raccordo, ha sempre dato il meglio. Ma anche Fofana, Saelemakers, un po’ tutti stanno crescendo.
E davanti c’era il Napoli, la grande favorita. Torno al concetto che da partite come questa, da vittorie come questa, l’autostima e la spinta diventano enormi. E quando non ci sono le coppe puoi recuperare energie e lavorare con serenità. Come fece il Napoli dell’anno scorso. E questo potrebbe anche essere letto come un potenziale passaggio di consegne.
Quello che va sottolineato, però, è soprattutto il carattere. In dieci per 37 minuti, recupero compreso, i rossoneri hanno resistito soffrendo, ma con grande determinazione e lucidità. Sofferenza enorme, ovvio, ma l’anno scorso sarebbero stati spazzati via, quest’anno si sono opposti anche in inferiorità numerica e senza il contributo di Leao che è entrato per dare una mano a ripartire e non l’ha data. Non ho avuto una buona impressione, mentre tutti lottavano, lui passeggiava. Prendiamo il lato buono: è fisicamente recuperato.
E' da un mese che racconto la storia del Milan in corsa per lo scudetto, ora ci siamo. C’è anche da dire, però, che se continuerà così, a gennaio la società dovrà dare qualche aiutino, a cominciare da un difensore di livello. Ma avremo tempo per riparlarne.
Quello che stupisce in negativo da questa sfida di altissimo livello, questa volta è il Napoli. Soprattutto Antonio Conte che stimo moltissimo e non mi sta neppur antipatico come a tanti, ma che ieri sera non mi è piaciuto nè prima nè durante la partita.
La scelta di Marianucci non è logica. E’ vero che mancano i due difensori centrali titolari, ma far debuttare con la maglia del Napoli, a San Siro, in una sfida così, un ragazzino che viene dall’Empoli, è stato un azzardo assoluto.
Perchè non Beukema? Qualcuno dice che il pensiero fosse alla gara di Champions di mercoledì contro lo Sporting, ma se così fosse sarebbe ancora peggio. Non mi sono piaciute neppure le sostituzioni. In superiorità numerica, con il Milan racchiuso in area, non avrei mai tolto Hojlund, gli avrei affiancato Lucca in un 4-2-4, doppio centroavanti. E ancora meno ho capito McTominay e De Bruyne fuori per far entrare Elmas: uno dei due l’avrei tenuto. E se anche per questi due casi Conte pensava alla Champions, così non fa bene nè da una parte nè dall’altra.
E De Bruyne potrebbe diventare un caso. Non c’è feeling con l’allenatore? Intanto la sostituzione a Manchester ha lasciato dubbi, (perchè non ha tolto Hojlund?) ieri sera il giocatore non l’ha presa bene. Ma l’intesa sembra scarsa con tutti i nuovi, evidentemente devono capire e integrarsi nel mondo di Conte e dei suoi meccanismi calcistici.
Non è forse il caso di tornare qualche volta al 4-3-3? Una riflessione la farei, il Napoli ha tanti esterni e cambiare modulo a seconda delle gare, così facendo anche il turn over dei migliori, può essere un valore.
Una brutta serata non vuol dire ridimensionare il Napoli che resta la favorita, questo sia chiaro. Qualcosa però va fatto per ritrovare la fluidità, senza dimenticare le assenze di Buongiorno, Rrahmani, Spinazzola e Olivera che non puoi regalare a nessuno.
Campionato incertissimo. L’Inter sta tornando, come era facile prevedere. La Juve ha tanti difetti in mezzo al campo e i nuovi attaccanti non sono pronti, ma c’era chi non voleva vedere. Ora è chiaro. Lassù c’è anche la Roma, vincere dopo l’Europa League non era semplice. Un segnale gasperiniano in più. Sorprende ancora in negativo, invece, la Fiorentina. La peggior partenza nell’era dei tre punti, i giocatori ci sarebbero, manca il gioco. Kean a zero gol fa impressione. Pioli non si tocca, ma adesso arrivano Roma, Milan, Inter e se la viola non cambia rotta in fretta sarà durissima. Al Pisa, fra l’altro, manca un rigore per una mano evidentissima. Gli arbitri sono dei fenomeni, Rocchi li ha richiamati per un paio di errori proprio su falli di mano in area, ora per non sbagliare non fischiano e non “varizzano” più neanche quelli buoni. Ci vuol pazienza…
