Parma, Keita: “Siamo una famiglia, il mio lavoro oscuro è per la squadra”

Il successo del Parma contro il Torino nella quinta giornata di Serie A passa anche dai piedi, dalla corsa e dalla grinta di Mandela Keita, centrocampista che si è distinto per la capacità di recuperare palloni e dettare i ritmi a centrocampo. Intervistato ai microfoni di Dazn, Keita ha analizzato la gara mettendo in luce l’importanza del lavoro collettivo e della mentalità chiesta dal tecnico.
Oggi ti sei distinto per corsa e intensità: come ti sei trovato a giocare a due in mezzo al campo?
"Abbiamo lavorato tanto durante la settimana, abbiamo provato tante soluzioni e oggi abbiamo fatto una buona partita. Abbiamo vinto le seconde palle, abbiamo portato a termine i duelli; è stato molto duro, ma alla fine abbiamo vinto. È la vittoria del lavoro fatto insieme."
Quanto è stato importante, anche dal punto di vista mentale, il gol di Pellegrino?
"Quando Pellegrino ha segnato ho pensato che non dovevamo solo vincere la partita, ma correre ancora di più e lavorare uno per l’altro. Questa è la mentalità che ci chiede il mister. Lavoriamo tanto su questo aspetto: siamo una famiglia già dall’anno scorso e oggi si è visto. Sono molto contento per la vittoria, ma la prossima settimana ci aspetta un’altra partita e dovremo lavorare ancora di più."
Nel finale sei stato protagonista di un intervento su Ndiaye: puoi raccontarci quell’episodio?
"Ti dico la verità, volevo tenere la palla e andare avanti ma sono caduto a terra. Volevo aiutare la squadra, voglio essere un po’ un leader, dare una mano a tutti perché siamo un gruppo molto giovane. Ho un po’ di esperienza e spero di metterla a disposizione: l’importante è dare tutto in campo, come oggi."
