Mkhitaryan: "Finale Champions? Ho superato il dolore con l'aiuto di mamma. La cicatrice resta"

"Dico quello che penso, senza cercare di piacere a qualcuno, che siano i compagni, i tifosi, chiunque. Quando a parlare sono gli altri, ascolto. Se apro bocca, e non lo faccio spesso, è per il bene della squadra". Henrikh Mkhitaryan parla poco, ma è uno di quei giocatori che si fa sentire comunque. Nell'intervista a Repubblica, il centrocampista dell'Inter si sofferma su tutto, da Inzaghi fino a Chivu, passando per il Mondiale per Club, tornando anche sull'amara finale di Champions League persa contro il PSG, ma non solo.
E proprio a proposito della finale di Monaco, Mkhitaryan risponde così sulla possibilità che questo Mondiale per Club possa aiutare a superare la delusione: "Sì, ma la cicatrice resta. Il dolore non si cancella, è stata una sconfitta brutta. Non dimentichiamo il percorso che ci ha portato fin lì, abbiamo fatto grandi partite, ma indietro non si torna. Dobbiamo rialzarci, imparare e andare avanti".
Chivu ha raccontato di essersi affidato a uno psicologo, in un momento difficile della sua carriera da calciatore. Quanto è importante per uno sportivo farsi aiutare? "Per me, molto. Sono andato dallo psicologo a Dortmund e all’Arsenal. Ma ognuno ha la sua sensibilità. C’è chi preferisce analizzarsi da sé, o si confida solo con persone care. Io dopo Monaco mi sono confrontato con mia madre, con gli amici. Il tempo per parlare era poco perché siamo partiti subito", conclude Mkhitaryan.
