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Roma, Gasperini cita Muriel sul dualismo Dovbyk-Ferguson. Ma nessuno è come Luis

Roma, Gasperini cita Muriel sul dualismo Dovbyk-Ferguson. Ma nessuno è come LuisTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 16:45Serie A
di Ivan Cardia

“Mi viene in mente Muriel, decisivo per anni dalla panchina. Molto spesso chi entra nel finale può essere più decisivo di chi parte dall'inizio”. Quando gli hanno chiesto del dualismo tra le punte della sua Roma, Gian Piero Gasperini ha citato un esempio perfetto e allo stesso tempo molto complicato. Nel calcio del 2025, e in quello rivoluzionario del tecnico di Grugliasco in particolare, non esistono titolari e riserve. Si gioca in sedici, gli undici dall’inizio e i cinque a partita in corso, e ognuno deve dare il suo contributo. Come faceva il colombiano, che all’Atalanta è stato per anni l’arma segreta, il grimaldello perfetto, il bomber in più.

Ma nessuno è come Muriel. Il colombiano, nei suoi momenti migliori la cosa più vicina a Ronaldo il Fenomeno vista su un campo da calcio italiano di recente, era strutturalmente e tecnicamente perfetto per quel tipo di ruolo: veloce, tecnico, potente. Non uno che avesse bisogno della palla servita a pochi metri dalla porta per fare gol: la prendeva, partiva, non lo fermava più nessuno. Caratteristiche che né Artem DovbykEvan Ferguson sembrano avere: sia l’ucraino (189 centimetri) che l’irlandese (188) sono prime punte molto più prossime al senso classico del termine, non spacca-partite come poteva essere Muriel. Fermo restando che il concetto - chi entra deve decidere - resta ovviamente valido, il paragone risulta, appunto, davvero complicato.

Dei due, semmai, il più vicino a quel tipo di calciatore potrebbe essere Ferguson, decisamente più dinamico e tecnico rispetto all’ex Girona: Dovbyk può ovviamente dare qualcosa dalla panchina, ma difficilmente inizierà a estrarre conigli dal cilindro, le sue armi sono ben altre. E l’impiego che ne ha fatto Gasperini finora è (per quanto si possa parlare di un trend in tal senso dopo una manciata di partite) alquanto controintuitivo rispetto a queste caratteristiche: Ferguson più spesso da titolare, Dovbyk (a segno nell’unica gara di campionato in cui è partito dal 1’) più frequentemente dalla panchina. Il concetto, giova ripetersi, resta sacrosanto: forse anche Gasp deve ancora capire come sfruttare al meglio il capitale umano che - piaccia o non piaccia, e l’impressione è che l’ucraino non piaccia - ha a disposizione.

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