Roma, il futuro (non prossimo) di Dybala è un rebus: due i possibili scenari

Nuova stagione, vecchia certezza. Paulo Dybala resta il fulcro della Roma targata Gian Piero Gasperini, l’uomo su cui costruire gioco, fantasia e ambizioni. Il tecnico di Grugliasco ha subito chiarito le priorità: “Spero che stia bene, è un grande giocatore”, ha detto. Un attestato di stima che si scontra, però, con la solita incognita: la fragilità fisica dell’argentino.
I segnali iniziali sono incoraggianti. Nelle prime uscite estive contro Trastevere e UniPomezia, la Joya ha mostrato lampi di classe e brillantezza atletica. Gasperini sta plasmando una Roma più intensa e verticale, che ruoti attorno al numero 21. E per Dybala, questa sarà una stagione chiave anche in ottica Mondiale 2026: vuole esserci con l’Argentina da protagonista, non da comprimario. Ma i numeri raccontano anche una storia di assenze pesanti. In tre stagioni alla Roma, Dybala ha giocato da titolare solo il 54% delle gare ufficiali (88 su 161), pur segnando 42 gol. Quando c'è, incide eccome. Ma il problema è che troppo spesso non c’è.
C'è poi il nodo ingaggio: 18 milioni lordi l’anno, contratto in scadenza nel 2026. La Roma valuta due strade: spalmare l’ingaggio allungando fino al 2027, oppure lasciarlo andare a zero. La seconda opzione è meno romantica, ma più sostenibile. Intanto Gasperini riflette sulla coesistenza con Matias Soulé, talento emergente e possibile erede. Oggi sembrano alternativi, ma il tecnico è pronto a lavorare sulla convivenza. Perché quando c’è qualità, vale sempre la pena tentare.
