Sub-20 al Brasile 12 anni dopo: da Neymar a Mauricio, Oscar e... Casimiro. Che fine hanno fatto?

Dodici anni dopo, il Brasile vince il Sudamericano Sub 20. E l'ultima volta era stata quella di Neymar, Casemiro, di una rosa allenata da Ney Franco ricchissima di stelle e di campioni affermati. Anche di qualche meteora e delusione, ma certamente una delle migliori rappresentative verdeoro dei tempi recenti, sicuramente superiore a quella che ha lasciato pochissime tracce in futuro del 2013. Adesso starà ad Andrey Santos e Vitor Roque, su tutti, ma anche a Pedro Henrique e a Guilherme Biro brillare nel calcio che verrà. Ma che fine hanno fatto i campioni di dodici anni fa?
Campioni e meteore: che fine ha fatto il Brasile campione del Sub 20 del 2011
Gabriel Vasconcelos Ferreira Il portiere del Cruzeiro venne acquistato dal Milan. Dal 2012 per dieci anni gioca in Italia, con alterni risultati, diventando poi il protagonista del ritorno in A del Lecce. Dalla scorsa estate è rientrato in patria al Coritiba.
Danilo Una carriera da star: Real Madrid, Manchester City, adesso Juventus dove si è imposto come leader. Uno dei giocatori certamente più rappresentativi di quella Nazionale e di quella attuale.
Bruno Uvini Il Sub 20 convince il Tottenham a prenderlo in prova. Non supera l'esame, così ci punta il Napoli ma in tre anni giocherà in azzurro solo una gara. Meteora assoluta in Italia, girovaga per il Medio Oriente e finisce anche in Giappone al FC Tokyo. Ora al Gremio.
Juan Jesus Una lunga carriera italiana per il centrale mancino. Tantissima Roma, poi al Napoli come rimpiazzo ma diventa poi un elemento importantissimo nelle rotazioni di Spalletti.
Casimiro In quel Brasile c'è uno dei centrocampisti più forti e vincenti dei nostri tempi. Casimiro, perno assoluto e totale del Real Madrid, da questa estate al Manchester United per rialzare il progetto dei Red Devils. Nota bene: all'epoca era (e si chiama) Casimiro, con la I. Mi chiamo Carlos Henrique Casimiro, con la 'I. Ho giocato una partita per il San Paolo e hanno sbagliato il mio nome. L'hanno scritto con una 'E'. Ho giocato davvero bene in quella partita e siccome sono una persona superstiziosa, ho detto loro 'lasciate stare così, perché le cose stanno andando bene'". Benedetto quell'errore.
Alex Sandro Al Sub-20 è riserva, gioca solo 13', ma il Porto crede in lui: diventa una star del campionato portoghese e la Juventus lo paga a peso d'oro. Inizia da campione, poi la parabola è discendente e in estate andrà via a zero da Torino.
Neymar Doveva essere la stella del Brasile e non ha tradito le aspettative. Faro e icona del movimento calcistico verdeoro, è stato però a lungo il terzo del podio degli intoccabili Cristiano Ronaldo e Messi. Adesso regala sogni al PSG.
Zé Eduardo Il primo abbaglio: era già del Parma dove però non trova spazio e allora inizia un lungo percorso tra prestiti e poi la cessione al Cesena, ma pure Lanciano, Boavista, fino a finire in seconda divisione norvegese. Da gennaio gioca nella piccola Associacao Atletica Maguary in patria.
Henrique Almeida Il Granada ci crede dopo quel Sub-20 ma l'esperienza europea dura solo sei mesi. Poi è un lungo girovagare in prestito in patria. In bacheca una B col Botafogo, un altro tentativo fallito nel Vecchio Continente (in Turchia) e ora è all'America MG.
Lucas Moura La 10 di quel Brasile non si addiceva molto alle sue caratteristiche: esterno destro dallo scatto bruciante, tra i più rapidi del nostro pallone. Da lungo tempo delizia, anche se ora a fasi alterne, i tifosi del Tottenham.
Oscar Uno dei talenti più puri e cristallini del calcio brasiliano ha fatto una scelta: i soldi cinesi piuttosto che la gloria europea. Così, salutato il Chelsea, è andato in Cina dove gioca tutt'ora a Shanghai. Un peccato non esserselo goduto più da vicino in questi anni, trequartista sublime.
Aleks Era la riserva del Brasile e la carriera non gli ha riservato grande gloria. A trentuno anni è svincolato da uno e mezzo, dopo le ultime poco memorabili esperienze con Mirassol, Tricordiano e Frederiquense, tutte in patria.
Rafael Galhardo Trequartista, in quel Sub-20 giocò due partite: era una promessa del Flamengo, poi il Santos, poi un tentativo fallito all'Anderlecht. Dal 2020 lascia il Brasile e si dedica a una carriera alternativa: prima il campionato canadese col Valour. Da inizio anno è in B thailandese al Rayong.
Romario Difensore centrale, una sola gara in quel torneo, era una stellina dell'ìInternacional ma mai mantenuta. La carriera lo porta solo in provincia in Brasile e pure a tentar fortune in Portogallo al Maritimo e perfino in Islanda all'Afturelding. Ora milita alla Cacadorense.
Gabriel Silva Lui era il titolare e Alex Sandro la riserva. Entra nella galassia dei club dei Pozzo. Gli manca il Watford, la sua lunga avventura italo-spagnola (di fatto lo prende il Granada) finisce nel 2017: sei anni al Saint-Etienne ma da pochi giorni è senza squadra.
Fernando Perno assoluto di quel Brasile campione del 2011, è anche il faro del Gremio e il 'gemello' di Casemiro. Passa poi allo Shakhtar, in Italia fallisce l'esame della carriera alla Sampdoria e così le tappe successive recitano Spartak Mosca, Beijing Gouan e da un anno circa in Turchia all'Antalyaspor. Meno di quello che avrebbe potuto essere.
Alan Patrick Riserva di una trequarti stellare del Brasile di Ney Franco, è una delle grandi pescate dello Shakhtar Donetsk dove vincerà praticamente tutto a più riprese in patria. Dall'aprile del 2022 è tornato a casa ma all'Internacional, lui che è prodotto della cantera del Santos.
Diego Mauricio E' la quintessenza del Brasiliano giramondo. Nel cv: Russia (Alania), Portogallo (Vitoria Setubal), Arabia Saudita (Al Qadsiah), Thailandia (Ratchaburi), Cina (SJZ Ever Bright), Corea del Sud (Gangwon, Busan), Qatar (Al Shahania) e India (Mumbai City, Odisha). E' attualmente il vice-capocanniere, col l'Odisha, della Indian Super League.
Saimon Null'altro che uno spettatore di quel Brasile, gioca tutta la carriera in patria senza grandi allori: adesso milita nel Club Regatas de Brasil dopo avventure senza picchi rilevanti.
Willian José Centravanti straordinario che non è mai riuscito a esprimere al massimo il suo potenziale. In Spagna gioca ora al Betis dopo averlo fatto a lungo alla Real Sociedad. Gli manca la grande squadra: non ha convinto in Premier nel Wolverhampton e gli è sempre mancato lo step decisivo.
