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TMW RADIO - Bjelanovic: "Se il Torino si salva è un'impresa. Mandzukic? Temevo il lato fisico"

TMW RADIO - Bjelanovic: "Se il Torino si salva è un'impresa. Mandzukic? Temevo il lato fisico"
© foto di Federico De Luca
martedì 16 marzo 2021, 18:46Serie A
di Dimitri Conti

Sasa Bjelanovic, ex attaccante e oggi dirigente sportivo, ha parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dalla partita che attende l'Atalanta contro il Real Madrid: "Sono dell'idea che tutto sia possibile, l'Atalanta avrà le sue chance e non la do per niente sconfitta. Sono anzi molto fiducioso, da tifoso e amante del calcio: sono sicuro che faranno la loro partita, per il Real non sarà per nulla facile".

Potrebbe essere Ilicic l'uomo partita?
"Pensiamo a cosa aveva fatto un anno fa contro il Valencia. Vediamo però la formazione: come sempre Gasperini potrebbe offrire sorprese, comunque i giocatori che possono diventare protagonisti li ha, e ne ha tanti. Mi piacerebbe ci riuscisse Ilicic, siamo quasi compaesani, o Pasalic".

Sutalo quanto può dare?
"Ricordiamoci che è un 2000, e che viene da un campionato molto meno impegnativo come quello croato. Penso che Sartori abbia valutato tutto nell'insieme, anche le difficoltà nell'impatto: è un patrimonio dell'Atalanta, che come tale lo valorizzerà".

Sartori è un unicum nel suo lavoro?
"Lo reputo un grandissimo professionista e tra i migliori nel suo ruolo in Italia. Per come l'ho conosciuto prima da calciatore e poi da dirigente, è una persona sempre disponibile e con un'umiltà fuori dal comune. Se Gasperini fa la differenza in campo, lui la fa fuori".

A suo tempo aveva provato a portare Juric all'Hajduk.
"Lui è la fortuna di questo Hellas, dovrebbero fargli una statua davanti alla sede. Ha fatto plusvalenze su giocatori sui quali nessuno avrebbe scommesso più di tanto: quanto sta facendo merita un grande riconoscimento da parte di tutti".

Mandzukic non sta contribuendo al Milan.
"So quanto è difficile a una certa età riprendere i ritmi veri, la cosa che più mi avrebbe preoccupato erano proprio questi rischi di problematiche fisiche. Il Milan ha fatto una scelta, ma in questo momento Mario non è quello che i tifosi immaginavano e sognavano. Lo stimo, è un guerriero e gli auguro di tornare ai suoi livelli, ma alla sua età non è così facile".

Come le sembra Vlahovic?
"Per le caratteristiche che ha, e ciò che il calcio moderno richiede, è l'attaccante del futuro. Non lo conosco personalmente, ma mi sembra tranquillo di testa. Già ai tempi di Montella ha fatto vedere di avere grosse potenzialità, ma con la continuità che ha adesso può far vedere tutto ciò che sa fare nel migliore dei modi".

Erlic allo Spezia come sta andando secondo lei?
"In Croazia non è stato molto sponsorizzato perché se n'è andato molto giovane. Poi ne parlo bene per forza: è di Zara, la mia città! Parlando con Paolo Zanetti che lo allenava all'epoca al Sudtirol, mi disse che questo sarebbe diventato un grandissimo difensore. Lo sta dimostrando nel percorso che sta facendo, e se continuerà così per me entro qualche anno giocherà nella Nazionale maggiore croata".

Il primo anno italiano di Ismajli come lo giudica?
"Sta riprendendo ora un po' di fiducia: fisicamente è forte, ha energia, semmai i suoi problemi potevano essere sul lato tattico. Gli serviva e gli serve un po' di tempo, ma sono contento che stia giocando".

Arriverà qualche giovane forte dalla Croazia?
"Un altro difensore centrale era pronto già da tempo: Gvardiol, classe 2002 della Dinamo Zagabria, ma i tedeschi (il Lipsia, ndr) vi hanno anticipati! So che c'erano alcune squadre italiane su di lui, e mi sarebbe piaciuto vederlo in Serie A. Già a 18 anni avrebbe potuto fare il titolare".

Non a caso è al Lipsia.
"Stanno facendo una società-modello sul lato scouting e programmazione del futuro".

Perisic si è dovuto reinventare quinto di fascia...
"Credo che Ivan abbia dovuto fare una guerra con se stesso per accettare quel ruolo, perché da attaccante è passato terzino. Si è però dimostrato un ottimo professionista, legato alla cause, e sta raccogliendo ciò che ha nelle sue qualità. Dove lo metti, comunque, è uno che fa bene".

Si aspettava un Torino così in difficoltà?
"Sinceramente no. Speravo tanto in Giampaolo, che conosco bene come allenatore: però ha trovato difficoltà già in partenza. Ho vissuto una stagione simile: nel 2006/07 si è iniziato con tanti proclami ma partendo male ci siamo ritrovati a salvarci alla fine".

Gli mancava un regista?
"Sì, l'hanno ammesso anche loro stessi in società. Nel suo calcio è un ruolo cruciale, poi voglio dire che sono stati anche sfortunati in alcune situazioni, facendosi recuperare da situazioni di vantaggio. Mi dispiace dirlo, ma la vedo molto difficile la loro permanenza in Serie A: se si salvano sarà un'impresa".

La Croazia vivrà anni di assestamento ora?
"Sono assolutamente d'accordo. Il gruppo storico della Nazionale si è sciolto, sono rimasti alcuni ma quasi tutti se ne sono andati. Sono molto curioso di vedere come funzionerà la Croazia senza Modric: negli ultimi 10 anni è stato lui il faro della squadra, e penso proprio che sarà all'ultimo Europeo. I nuovi sono interessanti, ma ancora non vedo caratteristiche da leader".

Chi il giovane italiano che più le piace?
"Se possiamo considerarlo giovane, dico Barella. Mi dispiace aver visto Zaniolo interrompere un paio di volte il suo percorso a causa di infortuni".

Un giudizio sulla stagione di Maric a Monza.
"Per quanto riguarda Maric, sinceramente mi sarei aspettato qualcosina in più. In Croazia ha fatto molto bene e anche per il fisico che ha, è adatto alla Serie B. Tecnicamente forte, buon mancino e sa giocare anche per la squadra: sappiamo le aspettative del Monza, hanno riempito la squadra di gente forte e penso che abbia incontrato delle difficoltà. Ogni tanto qualche partita del Monza la vedo, e non entusiasmano dal punto di vista del gioco, ma vincono anche grazie alle qualità individuali. Lui ha invece bisogno di essere più assistito, non salta da solo due-tre avversari. Pensavo però riuscisse a ritagliarsi più spazio".

Il suo amico Zanetti come sta lavorando a Venezia?
"Molto bene. Ma già l'anno scorso all'Ascoli ho visto che era partita fortissimo, prima che qualcosa si rompesse forse anche per via di certe dichiarazioni. Paolo sa prendere in mano le squadre, sentirne il polso e instaurare un buon rapporto con i giocatori. In più le sue squadre giocano un bel calcio, lo vedo presto in Serie A".

Con mister Mandorlini vi sentite mai?
"Ci siamo scambiati messaggi di auguri per le feste, e poi ogni tanto qualche altra cosa, ma so quanto è preso dal calcio, quindi cerco di non disturbarlo più di tanto. Spero di potergli fare gli auguri per la promozione".

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