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Torino-Roma, l’attesa oltre il campo: tra Europa e panchina

Torino-Roma, l’attesa oltre il campo: tra Europa e panchinaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

L’ultima giornata di campionato, Torino-Roma, non è soltanto una formalità per la squadra giallorossa: è una finale mascherata, una porta spalancata sull’Europa che conta. Vincere significa sperare. Sperare che a Venezia, allo stadio Penzo, la Juventus inciampi contro la squadra di Di Francesco. Un pareggio o addirittura una sconfitta dei bianconeri, unito ai tre punti della Roma al Grande Torino, significherebbe sorpasso all’ultimo respiro e qualificazione in Champions League.

Per la Roma, sarebbe un premio enorme dopo una stagione dai due volti: tormentata, incostante, ma anche ricca di slanci e crescita, soprattutto dopo l’arrivo di Ranieri. Il quarto posto cambierebbe tutto. Cambierebbe il bilancio, il mercato, le ambizioni. Ma soprattutto darebbe una spinta decisiva alla nuova progettualità tecnica, che al momento appare ancora nebulosa.

Sì, perché il vero enigma che accompagna queste ore d’attesa non è solo legato al campo, ma anche alla panchina. La speranza dei tifosi è che subito dopo il triplice fischio arrivi anche l’annuncio, la chiusura del cerchio.

Tuttavia, l’inquietudine è palpabile: se al 23 maggio i nomi circolati sulla stampa — da Sarri a Espirito Santo, da Klopp a Xavi — sembrano tutti fuori dai giochi, allora la domanda che si fanno in molti è inevitabile: ma il nome c’è davvero? O la dirigenza, tra silenzi e poker face, è ancora in alto mare?

La sfida di domenica, dunque, è più di una partita. È uno snodo identitario. Per Ranieri, che chiuderebbe il cerchio nel migliore dei modi. Per la squadra, che ha la chance di entrare nel gotha europeo. Per i tifosi, che aspettano risposte, certezze, una visione.
E magari, una volta tanto, anche un po’ di verità.

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