TMW RADIO - Morrone: "Chiedo ds obbligatori in Serie D. La C diventerà B2, i titoli il criterio"


Alfonso Morrone, presidente dell'Adicosp, associazione dei direttori e collaboratori sportivi, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Non dimentichiamoci che a ottobre è stata istituita una legge per consentire alle società di Serie A di pagare solamente il netto, e non il lordo, sugli stipendi. Di sicuro è una boccata d'ossigeno per molte realtà, ora siamo in attesa di questo Decreto Sostegno e di eventuali contributi a fondo perduto. C'è la realtà della Serie C che, così com'è, questo campionato potrà finirlo proprio in virtù della sospensione su imposte e contributi INPS, ma l'anno prossimo sarà molto più problematica la cosa. La pandemia sta portando danni irreparabili per i club, c'è bisogno di rimodulazione e sostegno".
La prossima estate sarà quella della riforma per la Serie C?
"Io ho la fortuna di interagire col presidente Gravina per ciò che rappresento, e sentivo però parlare di riforme già dall'anno scorso. Devi scrivere prima le regole del gioco, non puoi cambiare promozioni e retrocessioni nel corso della stagione: so che Gravina è determinato affinché ci sia una riforma della C, nell'ottica di andare a fare una B2 in senso verticale e non orizzontale. Dalla stagione 2022/23, con la riforma che credo sarà fatta, ci sarà l'assegnazione dei posti in questa B2 più per quanto riguarda i titoli che non il campo, così da creare maggior appeal e prestigio ad una categoria che, per motivi di natura economica, ne avrebbe molto meno nel prossimo futuro. Prima del prossimo campionato penso avremo una linea più chiara".
In Serie D lei vorrebbe l'obbligatorietà del direttore sportivo. Non crede che oggi sarebbero spese quasi insostenibili?
"Sulla pagina Facebook ogni tanto mandiamo dei comunicati, e ho detto che in questo momento così particolare, in Serie D qualsiasi investimento oggi è davvero a fondo perduto. Però vorrei dire, in quante non hanno il ds tra le oltre 160 società di Serie D? Così almeno si abbatte il sommerso, senza volerci girare troppo intorno. Sono il primo a dire di voler dare una mano alle società, visto che in questo momento si fatica a pagare tutto a fine mese, quindi non voglio mettere un minimo contrattuale, se uno vuole va pure a zero euro, ma è giuro che la figura sia obbligatoria, vista la specializzazione. Forse su quelle di oggi saranno due-tre le società senza un direttore sportivo".
Un vostro premiato, Tony D'Amico, sta facendo cose egregie a Verona.
"Si è stra-meritato il premio, glielo consegnerò personalmente prima di Verona-Atalanta. Lo scorso anno, da neo-promossi, hanno disputato un campionato eccezionale, e con le plusvalenze importanti coniuga anche un gran risultato economico. Succede a Vagnati, che aveva vinto il premio con la SPAL".
Sente anche lei che il ruolo del ds sia poco valorizzato ad oggi?
"Il ds non deve essere più considerato come colui che compra e vende i calciatori. Le sue competenze ormai vanno da materie economiche a giuridiche, oggi è un manager a tutti gli effetti. Ci sarebbe poi da trattare il tema dei mandati a procuratori da parte di alcuni presidenti... Non capisco perché scavalcare la figura del direttore".
