Zaino in spalla e sogno nel cuore: il pianto e la storia commovente di Bruno Guimaraes

Quando insegui qualcosa, spesso è molto più di un sogno. Talvolta ti spinge ad allontanarti dai tuoi affetti, dalla tua casa, dal tuo Paese d'origine e ti costringe ad affrontare l'ignoto. In parte, è questa la storia toccante di Bruno Guimaraes, centrocampista del Newcastle, che insieme a Tonali ha conquistato il primo trofeo dell'era PIF con la vittoria della Carabao Cup.
Cresciuto a São Cristóvão, Rio de Janeiro, all'età di 15 anni Bruno Guimarães ha lasciato casa per inseguire il suo sogno calcistico. Separandosi dalla sua famiglia che comunque gli è sempre stata accanto. A distanza, ma in ogni momento: "Se non fosse stato per mio padre, mia madre, non sarei qui. Non esisterei. Non sarei qui", ha dichiarato il brasiliano di 27 anni nell'intervista rilasciata ai canali ufficiali della Premier League, prima di essere sopraffatto dal pianto a singhiozzo, che ha cercato di contenere con l'aiuto di un fazzoletto.
Ora, però, i suoi genitori e diversi amici hanno voluto ripercorrere la sua incredibile carriera con un videomessaggio a sorpresa: "Quando aveva 15 anni, mi ha chiamato e mi ha detto: 'Papà, devo parlare con te'. E quando sono tornato a casa aveva uno zaino sulle spalle", ha esordito il padre di Bruno, lasciandosi andare a forti emozioni, con gli occhi gonfi e rossi, bagnati dalle lacrime. "Mi ha detto che aveva ricevuto una proposta dall'Osasco, che si trova a San Paolo, e che sarebbe andato lì per cogliere l'opportunità, che poi era il suo sogno, di diventare un calciatore".
Qui Bruno Guimarães ha ripreso la parola e raccontato la sua infanzia di sacrifici, ma sempre a caccia di un pallone da calcio: "Quando avevo 14-15 anni non ho visto mio padre e mia madre per quasi due mesi. Ho lasciato la mia casa, i miei amici, la mia vecchia routine, ma credevo che se non fossi andato a San Paolo non sarei mai diventato un calciatore professionista".
Da gennaio 2022 gioca in Premier League con il Newcastle, e papà Guimarães non potrebbe essere più fiero di suo figlio: "Mi sento orgoglioso in tutte le partite in cui lo guardo giocare in PL. Mi emoziono, è riuscito a realizzare il suo sogno", ha aggiunto. Mentre il brasiliano classe '97 si è lasciato sfuggire un sorriso, colmo di gioia, nel sentire quelle parole, la pellicola scorreva proprio in prossimità del trofeo vinto ai danni del Liverpool. Un altro ricordo indelebile, ma del presente recente che Bruno sta vivendo appieno.
