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Aveva ragione Mou. De Boer ancora una volta nel posto sbagliato al momento sbagliato

Aveva ragione Mou. De Boer ancora una volta nel posto sbagliato al momento sbagliatoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 28 giugno 2021, 13:15Il corsivo
di Ivan Cardia

Almeno stavolta, l’Olanda c’è stata. Gli oranje non partecipavano a un grande torneo internazionale dal 2014, ieri sono usciti a sorpresa contro la Repubblica Ceca. Contestualizzato nella storia recente della nazionale dei Paesi Bassi, è un piccolo passo avanti del quale la tifoseria non sa però cosa farsene. L’intero cammino a Euro 2020 è stato costellato di critiche al ct Frank de Boer e al suo modo di giocare, quel 3-5-2 così lontano dalla cultura calcistica di chi ha inventato il calcio totale. Per di più, l’avversario di ieri era alla portata e lo sarebbe stato anche il successivo, quella Danimarca che alla comunque non disprezzabile selezione ceca contenderà l’accesso alle semifinali. L’Olanda le guarderà dalla tv.

Aveva ragione Mourinho. Lo Special One, dalle colonne del Sun, aveva sentenziato: “Non penso che raggiungeranno la semifinale”. Detto fatto, a dispetto di un tabellone favorevole. Era solo l’ultimo affondo del tecnico portoghese nei confronti dello stesso De Boer, definito da Mou qualche anno fa “il peggior allenatore nella storia della Premier League”. I tifosi del Crystal Palace concordavano. Schermaglie mediatiche a parte, il fallimento dell’Olanda è anche quello del ct, sul cui futuro ora s’interrogano il Paese e soprattutto la KNVB, la federcalcio. Difficile farne un capro espiatorio fino in fondo: chiamato all’ultimo a prendere il posto di Koeman, più per disponibilità che per convinzione, non ha forgiato lui il gruppo di una squadra che puntava a risorgere dalle proprie ceneri ed è un’attenuante non da poco.

Da prodigio a delusione. Resta il fatto che la carriera di De Boer continui a essere un mistero. Sembrava un predestinato, ha iniziato dal suo Ajax ed è diventato il primo allenatore nella storia del club a vincere quattro volte di fila l’Eredivisie. Si è messo dietro gente come Michels e van Gaal, per intendersi. Poi, due secondi posti e una serie di passi falsi. All’Inter dura quindici partite, al Crystal Palace appena cinque. In entrambi i casi, con una percentuale di sconfitte disarmante. Va oltreoceano, ad Atlanta: prima stagione benino, la seconda è un sostanziale disastro. Chiamato dall’Olanda, ci mette cinque gare per vincerne una. Il resto è storia recentissima: il girone superato a pieni punti ma non voti, le critiche dell’opinione pubblica olandese, l’eliminazione con i cechi. L’ennesimo passo falso di un allenatore che paga, tra le altre cose, la propensione a non far molto per rendersi simpatico e anche la non invidiabile capacità di trovarsi sempre al momento sbagliato nel posto sbagliato. Se l’Olanda è quarantesima nel ranking, del resto, non sarà certo tutta colpa di De Boer.

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