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Sette sconfitte in 20 gare di Serie A. Sono i numeri a inchiodare questo Napoli, non le critiche

Sette sconfitte in 20 gare di Serie A. Sono i numeri a inchiodare questo Napoli, non le criticheTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 8 febbraio 2021, 16:00Il corsivo
di Raimondo De Magistris

Il Napoli ha incassato sconfitte in 20 partite di campionato e Gennaro Gattuso è l'allenatore dell'era De Laurentiis che da Roberto Donadoni in poi ha incassato più ko alla guida del Napoli. Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis sono coloro che tra gennaio 2020 e lo scorso settembre hanno speso come nessun altro per rinforzare la squadra, eppure non sono riusciti a consegnare all'allenatore un gruppo forte e maturo, anche psicologicamente, per lottare per le prime posizioni.

Si può partire da qui, da analisi superficiali e anche lapalissiane per analizzare le difficoltà di un Napoli che dopo il ko contro il Genoa ha ufficialmente abdicato a qualsiasi velleità di restare in scia delle prime posizioni. Sono i numeri a parlare di una squadra non all'altezza della lotta Scudetto, di una squadra che a differenza di Inter e Juventus paga la sua incapacità di reagire nei momenti difficili delle partite. Quando dovrebbe rialzarsi il Napoli affonda. Commette errori, in difesa e in attacco, che non possono essere etichettati ogni volta come 'errore del singolo' o 'sfortuna'. Sarebbe riduttivo, è necessaria una lettura più globale. Uno sguardo d'insieme per capire che dopo la stagione dei 91 punti le scelte sbagliate hanno di gran lunga superato quelle giuste. Per voltare pagina s'è puntato su Ancelotti per una rivoluzione messa in cantina già dalla seconda estate. Per rimediare all'ammutinamento, s'è data carta bianca alla coppia Giuntoli-Gattuso aggiungendo giocatori che oggi stazionano più in panchina che in campo. E se su Osimhen, per distacco l'acquisto più importante, è impossibile esprimere un giudizio visto il lungo infortunio, sugli altri - Lobotka, Rrahmani, Demme, Politano, Petagna, Bakayoko - l'idea è piuttosto chiara: nei migliori dei casi hanno aggiunto, non migliorato.

Il risultato è un Napoli che adesso deve puntare alle coppe e soprattutto al quarto posto se vuole evitare un quasi naturale processo di ridimensionamento. Impresa tutt'altro che semplice. Gli alibi non mancano, né le attenuanti. Ma a pesare di più sono gli errori, anche sui rinnovi di contratto: perché per un Milik messo fuori rosa e poi ceduto a gennaio al termine di una evitabile telenovela c'è un Maksimovic che invece è ancora al centro del progetto pur sapendo già di andare via a giugno. Titolare senza la testa giusta per esserlo. Situazioni trascinate e non risolte che aggiungono problemi a un Gattuso che sperava di vivere quest'anno la stagione della sua consacrazione da allenatore. Non sta andando così.

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