Da campione a vittima di Mauthausen: la famiglia Castellani risarcita dalla Germania 80 anni dopo

Durante le retate naziste del marzo 1944 nelle zone limitrofe a Firenze, nella regione dell'empolese, vennero arrestati dissidenti e lavoratori che avevano partecipato agli scioperi di quei giorni. Nell'elenco dei prigionieri figurava anche David Castellani, un oppositore del fascismo. I soldati si presentarono alla sua abitazione.

Tuttavia, suo figlio Carlo, celebre attaccante dell'Empoli nei primi anni Trenta (a cui è intitolato l'impianto calcistico dopo gioca la squadra di Roberto D'Aversa, ndr), si mostrò alla finestra rispondendo alla chiamata dei militari e si consegnò al suo posto e poche ore dopo fu deportato nel campo di Mauthausen, dove venne sfruttato in maniera disumana fino alla sua morte, avvenuta pochi mesi dopo. Ora, dopo più di ottant'anni, la giustizia ha finalmente stabilito che quello fu un crimine bellico, riconoscendo le sofferenze inflitte alla famiglia Castellani.

Carla Castellani, nipote del calciatore morto nel lager, ne ha parlato oggi in una intervista concessa a La Repubblica: "Mio padre, Franco, che ha portato avanti la causa, era titubante. Non credeva che sarebbe stato possibile questo risultato. Siamo contenti: finalmente giustizia. Ci interessava, al di là del risarcimento, che fosse riconosciuto un crimine e la colpevolezza della Germania. È importante da un punto di vista simbolico".