FOCUS TMW - Meno affari e spese al ribasso. Così hanno operato a gennaio i 20 club di Serie A

Che sarebbe stato un mercato con pochi soldi e tante idee, era ampiamente preventivato. La sessione invernale chiusa ieri ha regalato più di un tormentone ma pochi grandi affari. E i club, alle prese con difficoltà strutturali ma anche legate alla crisi economica che ha fatto seguito alla pandemia, hanno dovuto ingegnarsi soprattutto attraverso i prestiti, di gran lunga il tipo di affare più utilizzato in questo gennaio 2021 dalle venti società di Serie A.
Operazioni in netto calo. Complessivamente, nella sessione appena conclusa sono stati effettuati 102 acquisti (ai quali dovrebbero aggiungersi quelli ancora da ufficializzare di Asamoah e Pellé) e 145 cessioni. Si tratta del numero più basso registrato nell’ultimo decennio, con un calo abbastanza evidente rispetto a un anno fa, quando gli acquisti erano stati 177 e le cessioni 208. Nell’ultimo decennio, non si registrano sessioni invernali numericamente così povere di affari conclusi: per trovare un riferimento equiparabile bisogna tornare indietro addirittura alla stagione 2008/2009, casualmente o meno in coincidenza con la grande crisi economica, nella quale si registrarono appena 93 acquisti e 122 cessioni.
Meno soldi, ma non è stato il mercato con meno spese dell’ultimo decennio. Il ribasso rispetto a un anno fa è evidente anche a livello qualitativo, e abbastanza clamoroso se si guarda alle uscite dei club. Nel mercato invernale 2020, le venti squadre di Serie A investirono ben 215 milioni di euro, a fronte di entrate per circa 177 milioni. Nella sessione appena conclusa, i soldi sono letteralmente spariti: meno di 78 milioni di euro sono usciti dalle casse delle società del massimo campionato italiano, a fronte di circa 71 milioni derivanti dalle cessioni. Si tratta in assoluto del giro di affari più basso dell’ultimo decennio, ma non del mercato più povero quanto a spese sostenute dai nostri club: nella stagione 2017/2018, per esempio, la sessione invernale si chiuse con spese per appena 53 milioni di euro, a fronte però di cessioni per circa 110 milioni.
Otto club a saldo zero. Detto che molte operazioni sono state appunto effettuate in prestito, e questo non esclude quindi che in futuro abbiano un costo per le società, nella sessione invernale appena conclusa ben otto squadre vedono un secco zero sia alla casella entrate che a quella uscite: si tratta nello specifico di Udinese, Spezia, Sassuolo, Napoli, Lazio, Inter, Hellas Verona e Crotone. Altre cinque non hanno speso (si parla esclusivamente di uscite, non di saldo commerciale) più di 500 mila euro: la Roma ha sborsato finora 100 mila euro (programmando però il riscatto di Reynolds), il Benevento 300, mentre Bologna, Milan e Sampdoria arrivano a 500 mila euro di esborso per la propria campagna acquisti.
Genoa e Juventus quelle con più uscite. Al Parma il segno meno. A livello di spese effettuate, la palma va a Genoa e Juventus: entrambe hanno investito 18 milioni di euro in questo mercato. Peraltro, nella stessa operazione, cioè quella legata al passaggio in bianconero di Rovella e in rossoblù del duo Portanova-Petrelli. Di conseguenza, entrambe le società presentano un saldo sostanzialmente positivo. Discorso diverso per il Parma, che già in estate si era segnalato per una certa disponibilità ad aprire il portafogli: i ducali, che peraltro a breve dovrebbero annunciare l’arrivo di Pellé a parametro zero, chiudono la sessione con meno 15 milioni di euro quanto a saldo tra entrate e uscite, legato principalmente all’arrivo dell’attaccante Dennis Man, una delle operazioni economicamente più significative dell’intera sessione.
