Inter, il progetto è aggrappato a Marotta e Ausilio

Fortuna che in casa Inter ci hanno fatto il callo. Perché la famigerata “potenza di Suning” ha avuto modo di essere sprigionata soltanto nell’estate di grazia che portò Antonio Conte a sedere sulla panchina dell’Inter, allegando un mercato faraonico senza troppi problemi di portafoglio. Questioni economiche che, invece, hanno sempre contraddistinto la gestione Steven Zhang: vuoi per le regole dettate dal Fair Play Finanziario, vuoi per diktat irremovibili da parte del governo cinese che hanno imposto lo stop agli investimenti.
Ed allora a Marotta ed Ausilio non resta che la fantasia, oltre che il dispiacere di essere costretti a mettere mano su di un meccanismo che grazie al lavoro di Conte aveva cominciato la sua fase di decollo, e che già dovrà rinunciare ad uno dei propellenti che avevano contribuito in maniera ineguagliabile allo sprint scudetto: ovvero Hakimi.
Non si transige sugli 80 milioni da incassare ma il ballo delle alternative tra Italia e Spagna non consente di non pensare ad un downgrade.
La speranza nerazzurra è di accumulare il resto con tagli di esuberi e cessioni di giocatori che non fanno più parte del progetto. Per poi provare a lavorare sulle intuizioni e sulle idee, in mancanza della potenza, a Suning non resta che affidarsi alla competenza della sua dirigenza.
