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L'economia malata del calcio di De Laurentiis è solo nelle tasche di chi spende troppo

L'economia malata del calcio di De Laurentiis è solo nelle tasche di chi spende troppoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 29 febbraio 2024, 16:06Serie A
di Andrea Losapio

L'odierno virgolettato di Aurelio De Laurentiis ha bisogno di un paio di riflessioni. Perché in queste parole c'è tutta la distanza dal mondo reale che si percepisce dall'esterno e che non viene capita da chi è all'interno dei club. O meglio, lo capiscono, ma fanno finta di non saperlo per perpetuare una condizione sempre migliore.

"Il calcio è malato. Ma perché è malato? Perché l’economia del calcio è malata. Perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quindi ogni volta la UEFA dice, okay, ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500€ milioni e nella Conference League più di €238 milioni. Ok, io lo capisco. Ma se tutte le squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente. Quindi non è questo un calcio sostenibile".

Questa è una visione molto semplice: la UEFA guadagna troppo. Ed è verissimo, visto quel che genera e quel che sperpera in cose che non c'entrano con il calcio in sé e per sé. Dall'altro lato, invece che ridistribuire, De Laurentiis vorrebbe che aumentassero i soldi della Champions - che è quella che solitamente gioca - per accentuare le differenze, già enormi, con le squadre che non giocano le coppe. Come per Agnelli, il senso del discorso è che ci sono animali più uguali degli altri e che bisognerebbe rendere strutturali i guadagni. Come si fa? Aumentando le differenze con le squadre medie: il Napoli non è indebitato, ovviamente se non arrivasse quarto l'anno prossimo avrebbe un peggioramento di tutti gli indicatori.

"Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando questo accade, è come se buttassi tutto all’aria. Finisci per non attrarre più il pubblico". Questa, invece, è una cosa vera. O meglio ancora, quando la normalità è accendere la televisione e vedere una partita, allora non c'è più l'evento. Soprattutto perché non c'è, come in NBA, un periodo culmine della stagione, almeno non per tutti. La verità è che, grazie all'avidità dei De Laurentiis in tema di diritti televisivi, si gioca sempre e non c'è nemmeno il tempo per parlare e metabolizzare quanto successo prima.

La verità è che De Laurentiis, come tutti i suoi colleghi presidenti, vorrebbero più soldi per guadagnare di più (ed eventualmente, quando sarà, vendere la propria azienda a più).

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