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Lazio, Sarri: "Non lascio nei momenti di difficoltà. Tornato per la lazialità"

Lazio, Sarri: "Non lascio nei momenti di difficoltà. Tornato per la lazialità"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 19:56Serie A
di Lorenzo Beccarisi
Diretta scritta su TUTTOmercatoWEB.com. Premi F5 per aggiornare!

17.45 - La Lazio riaccoglie Maurizio Sarri a sedici mesi dalle dimissioni del marzo 2024. Il Comandante ha iniziato il lavoro in questi primi dieci giorni di ritiro a Formello ritrovando in buona parte la rosa che aveva lasciato dopo la sconfitta interna contro l'Udinese che lo aveva portato a dimettersi. Tra pochi minuti dai nuovi studi televisivi di Formello Maurizio Sarri sarà presentato alla stampa, al suo fianco ci sarà anche il presidente Claudio Lotito. Segui la diretta testuale su TUTTOmercatoWEB.com

18.00 - È iniziata la conferenza stampa di Maurizio Sarri: "Il percorso lo ha descritto perfettamente il presidente, le problematiche esterne sono state superiori a quelle lavorative e quindi era giusto fermarsi. Ora siamo pronti a ripartire e lo dobbiamo fare come ho detto dal primo giorno ai ragazzi, o si usano degli alibi o si usano queste problematiche come motivazioni. Dobbiamo fare dei miglioramenti, siamo reduci da due settimi posti e non possiamo migliorare tramite il mercato, dobbiamo lottare tutti i giorni per gli altri miglioramenti, ovvero quelli relativi alla crescita dei singoli. Ho detto che la Lazialità ti invade e lo dimostrano ancora una volta, i tifosi si incazzano ma poi ancora una volta sono lì. Questo significa essere laziali e questo è uno dei motivi per cui sono tornato qui".

Ci può raccontare il primo pensiero quando è rientrato a Formello? Cosa ha pensato quando le hanno comunicato che non potevate fare mercato?
"Ho pensato che il presidente mi avesse fregato (ride, ndr). Avevo già preso la decisione di tornare, lasciare per le difficoltà mi sembrava brutto nei confronti della società e dei tifosi. C'è stata un'arrabbiatura di un'ora, poi ho messo da parte. Ho fatto una scelta, ho letto che sono tornato perché non avevo alternative ma ho trattato con quattro società italiane, club arabi e sudamericani. È stata un'estate prolifica, ma ho scelto la Lazio per il rapporto con l'ambiente compresi anche i magazzinieri. Tornare è una soddisfazione".

C'è preoccupazione dopo due settimi posti consecutivi e l'impossibilità di fare mercato?
"L'obiettivo deve essere costruire una buona base per poi intervenire in futuro sulle 2-3 cose di cui avremo bisogno, non c'è preoccupazione. Questa squadra avrebbe bisogno di qualcosa per fare il salto di qualità necessario, in questo momento però non lo possiamo fare e l'obiettivo primario è migliorare. Serve umiltà perché siamo reduci da due settimi posti, ma serve anche convinzione perché c'è margine per crescere. Pensare ad altro ci toglie solo energie, se questo miglioramento ci porterà qualcosa di concreto non lo so".

Quest'anno centrare l'Europa sarebbe un miracolo?
"Vediamo, tutte le considerazioni del momento sono teoriche. Il rischio che squadre ti sono arrivate subito dietro e possano superarti è evidente. Il Como è la squadra più attiva sul mercato, ma questo ci deve interessare fino a un certo punto, l'obiettivo deve essere costruire una bella base per poi diventare competitivi aggiungendo 2-3 innesti. Più faremo crescere questi ragazzi più saremo solidi, in questo momento se ragioniamo sulle altre squadre ci facciamo del male da soli. Dobbiamo pensare a lavorare e andare in un'unica direzione, serve determinazione feroce".

Dopo 10 giorni di allenamento cosa può dirci su Tavares e Dele-Bashiru?
"Prima di tutto mi lego a ciò che diceva il presidente, ovvero che si può provare a portare a un limite la squadra ma questo limite magari non è sufficiente. Il fattore economico è fondamentale e lo dimostra il fatto che vincono sempre le società che hanno un fatturato mostruoso. Tavares e Dele-Bashiru sono due libri da scrivere, l'approccio è buono. Nuno non è tatticamente come pensavo, l'esperienza da giovane al Benfica gli ha lasciato qualcosa di importante. Dele è un ragazzo di grande forza, se impara qualche movimento ci può dare una grande mano. Noi questa settimana si voleva lavorare su moduli alternativi, ma abbiamo deciso di posticipare per evitare di mandare in confusione qualche giocatore. Ci lavoreremo quando i giocatori avranno certezze".

Ha trovato una squadra che può intraprendere un percorso come quello precedente?
"C'era un livello di esperienza ben diverso, lì c'era da raccogliere. Oggi bisogna seminare, ci sono giocatori con potenziale che hanno conoscenza tattiche non ancora di alto livello, qui c'è da costruire mentre precedentemente si aveva una rosa esperta. Ci serve più costruzione".

Rispetto a quando è andato via la squadra le sembra più o meno forte?
"La Lazio la vedo come una squadra che si sta impegnando in allenamento, tutto il resto è aleatorio. Nel passato c'erano giocatori fatti come Immobile e Luis Alberto che avevano 10 anni di esperienza alla Lazio, questa è una squadra che magari dal punto di vista tecnico può avere qualcosa in meno, ma può avere più caratteristiche fisiche per impattare sulla partita. Se queste caratteristiche saranno adatte al mio gioco non lo so, però non possiamo fare un paragone con giocatori che hanno fatto la storia della Lazio negli ultimi 20 anni".

Si è dato una spiegazione di cosa è mancato alla Lazio recentemente?
"Ho detto che dall'esterno avevo la sensazione che sia mancato questo impatto emotivo che per 4-5 mesi la squadra ha avuto e mi ha fatto impressione per l'energia nervosa e caratteriale che aveva. Può anche darsi che le energie nervose erano al lumicino, sono state giocate tante partite e non parlerei di fallimento per la scorsa stagione. Due anni fa c'era un gruppo con età media molto elevata, c'era bisogno di un cambiamento e i giocatori arrivano a un momento del loro percorso in cui sentono la necessità di cambiare. I cicli finiscono, su questo non c'è niente da fare. Bisogna innescare un ciclo nuovo e non è sempre così semplice, tra un paio d'anni faremo i conti".

Tornando indietro Sarri avrebbe accettato la Lazio consapevole di non aver potuto far mercato?
"La vita è fatta di scelte, non puoi mai sapere quali effetti possano portare altre scelte. Da quel punto di vista sono ignifugo, non guarderò mai indietro e sindacare sulle possibili scelte fatte o non fatte. Dovevo solo scegliere se rimanere o meno e ho ritenuto fosse il caso di rimanere e affrontare tutte le difficoltà con la gente laziale".

Sente la responsabilità anche del garante della stagione della Lazio?
"Sento di avere l'obbligo di dover dare tutto per rispetto a questa gente. Io non posso essere garante di risultati, né di comprare giocatori da 100 milioni. Io devo sentirmi garante di portare la mia professionalità e mettere l'anima cercando di trascinare un gruppo, magari questo non basterà perché ci serve la gente al nostro fianco. Magari possono criticarci tutta la settimana, ma poi abbiamo bisogno della gente al nostro fianco. Sento la gente partecipe al 100%".

Ha qualche idea sui due calciatori che potrebbero partire? Come ha trovato Provstgaard?
"Visto che in 14 non si può giocare qualche scelta andrà fatta, sarà il percorso che ci dirà chi merita di giocare di più. Sono stati fatti nomi di giocatori che giocheranno tante partite, pensare di avere una gerarchia dopo 8-9 giorni di allenamento è una follia. In questo momento ci sono giocatori che entrano subito in condizione e altri che avranno bisogno di più tempo. Provstgaard ha una grande attitudine al lavoro, ha una professionalità incredibile. È un ragazzo destinato a crescere e fare una carriera di buon livello, poi in questo momento ha da mettere apposto anche lui alcuni dettagli".

Ha avuto modo di contattare Insigne?
"Ho cancellato la lista dei desideri dopo che ci hanno bloccato il mercato. L'unico desiderio è lavorare con la squadra, pensare a quello che può succedere tra 4-5 mesi mi sembra porre l'attenzione su qualcosa che non mi fa comodo. Lorenzo mi ha dato tantissimo, ma in questo momento da quello che mi sta dicendo il presidente certe possibilità non ci sono".

Che derby si aspetta con Gasperini?
"Le partite contro Gasperini sono sempre dure e difficili, la caratteristica che aveva l'Atalanta è che se l'affrontavi quando stava bene fisicamente era dura, poi magari affrontava qualche momento di down e ci potevi giocare tranquillamente. Le ultime 10 partite con Gasperini sono state sempre vittorie o sconfitte, raramente ricordo pareggi. Sarà una partita difficile, cerchiamo di renderla possibile. Il derby è la partita più costosa dal punto di vista emotivo e di energie, io stavo un giorno al letto dopo i derby perché ti prosciuga, spero mi possa dare le stesse sensazioni".

Passati 11 giorni di ritiro è sempre convinto che serviranno 2-3 aggiustamenti?
"Quello va fatta una valutazione corretta, si possono variare delle considerazioni valutando i giocatori quotidianamente rispetto all'esterno. Può essere che le mie idee saranno completamente diverse tra quattro mesi rispetto a quanto pensavo 20 giorni fa. In questo momento i giocatori sono difficilmente valutabili, c'è il ragazzo che magari arriva più pronto ed è più leggero, in questi momenti ci vuole grandissima attenzione a dare dei giudizi".

Come ha vissuto questo ritiro a Formello e come lo ha vissuto la squadra?
"La tendenza generale è quella di fare i ritiri nei centri sportivi, specialmente per chi ha centri sportivi di alti livelli. Sono cambiate le abitudini dei giocatori, il giocatore vuole avere la macchina per la crioterapia alle 7.30, sono necessità completamente diverse rispetto a 10 anni fa e nei ritiri in montagna è impossibile trovare queste comodità e abitudini. È una tendenza non della Lazio, ma che si sta generalizzando. Noi ci stiamo trovando bene, è chiaro che l'ideale sarebbe avere un bagno di folla e un contatto diretto con i tifosi 3-4 volte in questo periodo".

Cosa l'ha colpita tatticamente del 4-2-3-1 di Baroni?
"La Lazio non mi ha colpito tatticamente, ma dal punto di vista dell'energia che sprigionava in campo. Non posso derogare sul modulo, in certi momenti della partita alzava l'energia e questo ho sempre detto della Lazio di Baroni. A me riesce un calcio diverso, non ho guardato l'aspetto tattico. A Baroni veniva contestato di giocare il 4-2-3-1 e serviva un centrocampista in più, ora arrivo io e mi si chiede di togliere un centrocampista. Belahyane mi piace, ha una bella gestione della palla".

Si sente di ribadire di voler chiudere la carriera qui alla Lazio?
"Questo l'ho sempre detto, poi nella vita ci sono momenti più importanti del calcio e purtroppo ho attraversato uno di quei momenti. A me piacerebbe allenare una squadra con l'età media più bassa, è una cosa che mi affascina e penso di saper fare. Il PSG ha dato una lezione a tutti, ha fatto fuori le stelle mondiali e preso dei giovani forti, veramente forti perché li ha pagati tanti soldi, ma ho visto una squadra con una brillantezza e un'energia che con quelle stelle internazionali non poteva avere. Ha vinto dove aveva fallito, la lezione l'ha data a tutti. Questa voglia di allenare una squadra dall'età media molto bassa ce l'ho".

Che ruolo avrà in questa Lazio Cataldi?
"Il capitano è il giocatore che ha più presenze nel club, Marusic ci tiene un pochino meno di Cataldi da questo punto di vista ma poi il percorso deciderà chi indosserà la maglia. Cataldi e Rovella verranno gestiti come tutti gli altri, chi merita di più gioca".

Si sente di avere alibi in questa stagione?
"Se ti dai degli alibi non tirerai mai fuori il 100% delle tue possibilità, ci si deve dimenticare di tutto questo. Poi il 100% delle proprie possibilità magari non può bastare, se il nostro livello di valore è 7 e rendiamo 7,1 abbiamo fatto un grande lavoro, se poi altre sette squadre faranno meglio avremo comunque fatto un grande lavoro. Ci vuole la consapevolezza di capire che ci sono tante squadre migliori di noi, ma il nostro unico appiglio per il miglioramento è il lavoro In questo momento la squadra deve essere un condensato di umiltà e valori".

Qual è l'obiettivo del secondo ciclo di Sarri?
"L'obiettivo del diverimento deve essere per i giocatori, se un giocatore si diverte riesce a contagiare i compagni di squadra, lo staff, la curva e lo stadio. Divertirsi in campo ha una prerogativa, per divertirsi la domenica bisogna lavorare tanto durante la settimana. Per dominare serve equilibrio tattico, per avere equilibrio serve enorme lavoro sul campo".

Non porre un obiettivo può essere un limite?
"Non penso che porsi l'obiettivo di rendere al 100% sia un non porsi un obiettivo. L'obiettivo materiale in questo momento sarebbe casuale, dobbiamo essere focalizzati su di noi. Ce la facciamo a tirare fuori il 101% del nostro potenziale? Questo è l'obiettivo, non sbandierare una posizione in classifica. Sarebbero tutte cazzate in questo momento, mi sembra la parola più adeguata. Questo è l'obiettivo vero, poi quando poni un obiettivo alla squadra devi stare attento. Se lo poni troppo facile non sei credibile, se lo poni irraggiungibile non sei credibile".

Qual è il pregio più grande della squadra che ha visto?
"È una squadra con potenzialità e con doti fisiche importanti. Abbiamo avuto otto giocatori con picchi di velocità sopra i 30 all'ora nell'amichevole con la Primavera dopo sei giorni di lavoro, numeri che non avevamo nel precedente ciclo. C'è una spinta importante, ma ci sono giocatori acerbi e servono conoscenze elevate per giocare un certo tipo di calcio".

Come stanno Isaksen e Dia?
"Isaksen ha la mononucleosi e bisogna aspettare che si negativizzi, bisogna aspettare 7-8 giorni. Dia ha preso un colpo, la caviglia non risente di vecchie problematiche ma ha subito un colpo. Non ci sono lesioni, oggi ha ripreso un po' a corricchiare e tra un paio di giorni ci sarà".

Zaccagni rimarrà capitano?
"Se la squadra lo vuole si".

19.56 - È terminata la conferenza stampa di Maurizio Sarri

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