Napoli, una città in apnea: le scelte di campo e comunicative di Conte

Tutto in 90 minuti. In apnea. A Napoli la città trattiene il fiato, pronta chiaramente ad esplodere, ma che per ora tiene ben nascosti i gadget col numero quattro, fedele alla scaramanzia e forse stavolta soprattutto al monito di Antonio Conte sull'importanza di "stare sul pezzo e non tirare bandiere con numeri a casa". Una frase venuta fuori dopo il finale folle di Parma e con il tecnico ancora provato, esausto mentalmente e fisicamente dopo aver sfiorato il disastro - fino al 2-2 di Pedro - con uno Scudetto che rischiava di cambiare nuovamente padrone. Sicuramente più tranquillo ieri in conferenza stampa, seppur inevitabilmente sotto pressione, rifiutando l'etichetta di specialista: "Io posso essere uno specialista in vittorie, ma anche in sconfitte. La mia carriera parla chiaro se vedete quello che ho perso, quante finali, 3 di Champions, una ai Mondiali, una agli Europei, una di Coppa Uefa. In carriera ci sono vittorie e sconfitte". Ed ancora: "Ho ricordato al gruppo proprio le mie esperienze calcistiche perché tramite il vissuto provi a dare avvertimenti importanti ai ragazzi", la convinzione di Conte, psicologo fino all'ultimo minuto. Non a caso, anche tramite gli aggettivi, tenta pure all'ultima giornata nell'impresa impossibile di togliere pressione al gruppo: "Prima parlavamo di gara importante, molto importante, questa in assoluto è quella che decide la stagione e decide che tipo di stagione hai avuto, se ottima o superlativa!".
Frecciatina? E gli interisti si arrabbiano.
"In caso di vittoria, sarà il trionfo della squadra più forte o più brava?", è la domanda che ha portato al passaggio di Antonio Conte che ieri ha fatto risentire il mondo interista, vedendoci un riferimento alla finale di Champions di Inzaghi e alla possibilità di un percorso fortuito: "La mia esperienza mi dice che vincono le squadre che hanno meritato e dimostrato di più. Parliamo di 38 partite, a differenza di tornei brevi, che poi ora non sono neanche così brevi, dove lì è importante il sorteggio, trovi avversari con squalificati o infortunati. In un percorso più breve può spuntare qualcosa di diverso, ma 38 partite sono tante e delineano chi merita", la convinzione di Conte che spera che a meritare - seppur grazie allo striminzito +1 - sia il suo Napoli.
La stessa formazione di Parma
Questi cinque giorni non hanno cambiato la situazione e giocherà dunque lo stesso undici sceso in campo a Parma e, soprattutto, con lo stesso modulo, questo 4-4-2 piuttosto fluido che comunque tiene un po' più lontano dalla porta McTominay, coinvolge molto Raspadori ma allo stesso tempo isola di più Lukaku. "La situazione non è cambiata dalla partita scorsa: sia come infortuni che come condizione, chi era indietro è ancora indietro e chi ha giocato sta molto meglio", il passaggio di Conte in conferenza con riferimento ai mancati rientri di Buongiorno, Lobotka e Juan Jesus, ma soprattutto alla condizione di Neres che non gli permette di iniziare ma al massimo - in caso di necessità - di giocare uno spezzone più ampio nella ripresa.
