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Superlega, retroscena di una rivoluzione annunciata

Superlega, retroscena di una rivoluzione annunciataTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 20 aprile 2021, 07:00Serie A
di Gianluigi Longari
fonte Sportitalia

I moti rivoluzionari anticipano i cambiamenti programmati, con l’obiettivo di stravolgere la realtà delle cose. In questo caso la nascita della Superleague si propone di redistribuire i proventi generati dal movimento calcistico internazionale nell’essenza stessa dei club che vi prenderebbero parte, con il movimento di marketing e fanbase che si porterebbero alle spalle, evitando di dover sottostare all’opera di “pierraggio” della Uefa quale organizzatore di eventi. E non è un caso che la notte dei lunghi coltelli abbia preso il via anticipando sul tempo di qualche ora l’annuncio del nuovo format della Champions League. E proprio da qui si snoda il principale oggetto del contendere rispetto alla massima competizione continentale come la conosciamo oggi, perlomeno nell’ottica dei club dissidenti che hanno deciso di programmare la loro personalissima rivoluzione. Per quale motivo soltanto parte dei proventi generati dalla Champions viene ridistribuita ai club che vi prendono parte, pur essendo essi stessi genesi e sviluppo del movimento di business di cui sopra? Perché non possiamo pensare a gestire autonomamente i proventi che generiamo attraverso i fan che in fin dei conti seguono la loro squadra, più che l’ente che organizza il torneo a cui prendiamo parte? O in maniera molto più utilitaristica e vicina alla realtà, perché lasciare sul piatto di Ceferin 5 miliardi di euro? Una serie di domande rimaste priva di risposte soddisfacenti dall’organo continentale, e che ha portato alla nascita di una nuova SuperLega, speculativa e consumistica, ma in grado di supportare a livello economico le società che vi prendono parte.

O meglio ancora, evitandone il fallimento. Con 5,4 miliardi a fondo perduto, con la distribuzione economica volta allo sviluppo delle infrastrutture e all’annullamento dei debiti pregressi. Senza la Uefa, obiettivo raggiunto. Ma anche senza la meritocrazia, la passione, e le speranze che hanno gonfiato il pallone che ci ha fatto sognare per tutta la vita. Danno collaterale? Male necessario? Ci piace pensare che questa partita non sia ancora finita.

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