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TMW RADIO - Ugolini: "Ieri la Roma ha dominato, con l'Inter lo Shakhtar giocò per il pareggio"

TMW RADIO - Ugolini: "Ieri la Roma ha dominato, con l'Inter lo Shakhtar giocò per il pareggio"TUTTO mercato WEB
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
venerdì 12 marzo 2021, 18:40Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Massimo Ugolini intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Massimo Ugolini, allenatore degli juniores del Desenzano e che vanta un trascorso negli staff di Shakhtar e Zenit, ha parlato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "La stagione juniores è ferma definitivamente, è arrivata tre giorni fa la comunicazione ufficiale".

Cosa significa stare fermi un anno?
"Non lo sappiamo, lo scopriremo. Hanno comunque tutta la mia solidarietà, e oltre questa non posso dargli nient'altro: ogni giorno ne chiamo uno per provare a risollevargli il morale".

Ieri la Roma ha reso l'Italia protagonista.
"Tre gol di tre papabili Nazionali. Una partita dominata dalla Roma, almeno come idea: lo Shakhtar aveva iniziato meglio nel secondo tempo, ma è stato impressionante come non li abbiano fatti mai cominciare come volevano. Finivano a palla lunga, e così si è giocato come ha voluto la Roma".

Fonseca li ha aiutati.
"Lui le partite le prepara tutte bene, a volte il piano funziona altre no: ieri è andata benissimo. La difesa dello Shakhtar però era troppo statica, e sui cambi di gioco sono andati costantemente in difficoltà contro i due quinti. Vittoria meritatissima".

A che punto è il ruolo del match analyst?
"Oggi è determinante. Coi ritmi che ci sono quest'anno, e una stagione compressa, è determinante preparare le partite sull'avversario, almeno in linea teorica. I giocatori moderni, abituati a certe cose ormai da quando sono professionisti, ha reso il processo più rapido. C'è però molta più pressione di prima sugli allenatori... Siamo comunque a un buon punto, nelle squadre di vertice c'è una équipe di specialisti che si dedicano solo all'analisi tattica".

Ha sempre parlato bene di Kovalenko all'Atalanta. Conferma?
"Atleticamente è eccezionale, un ragazzo che lavora duro e in silenzio, senza paura dei carichi, quindi per me adattassimo a Gasperini. Anche come zona di campo lo vedo adatto, al momento però sta pagando il fatto di essere stato preso nella campagna invernale".

Ci vuole sempre un po' ad inserire giocatori est-europei.
"Gli ucraini che arrivano in prima squadra ancora in grado di deambulare, sono pronti a tutto: nei settori giovanili li massacrano. Il punto di Kovalenko quando l'hanno preso è che veniva da un mese abbondante di vacanza".

L'acquisto di Kokorin alla Fiorentina è avventato?
"L'ho avuto un anno allo Zenit, e dico che paga la stessa cosa di Kovalenko. Lui in area di rigore è un fenomeno, però se arrivi da un mese di inattività e subentri in una squadra che sta giocando da tempo il campionato, fai fatica a inserirti. E poi c'è la barriera linguistica: Kovalenko a Bergamo può parlare con Miranchuk e Malinovskyi, mentre mi sembra che Kokorin a Firenze sia l'unico che parla russo".

L'acquisto in sé però è sensato?
"Lasciamo perdere cosa gli è successo nella vita, ma sul lato tecnico il suo valore non è in discussione. Lui è un ragazzo che ha bisogno di sentire fiducia, è sì aperto ma solo se vede che fa parte del progetto. Bisognerà coinvolgerlo anche per proteggere l'investimento".

Allo Zenit come veniva utilizzato?
"Giocava insieme a Dzyuba, ma abbiamo dovuto cambiare sistema di gioco. Con la regola di far giocare tot russi, loro erano di sicuro i migliori, poi però l'anno dopo c'era da scegliere uno dei due, e Mancini scelse Kokorin. Insieme forse si faceva fatica a farli giocare".

Tema Shakhtar: più meriti ieri alla Roma o demeriti all'Inter nel girone?
"Sono situazioni diverse. Al ritorno, a Milano, giocarono per il pareggio e, non per dar ragione a Conte, ma stravolsero tutto, giocando con una linea a cinque mai vista nella loro storia. Con la Roma hanno provato invece a fare la partita, e non sono riusciti a far partire bene l'azione da dietro, sbagliando poi a tenere anche la linea di difesa troppo alta. Non sono venuti per fare 0-0. Se non ricordo male, Conte dominò con loro".

Chi il più forte ucraino in circolazione?
"A parte i naturalizzati, dico Tsygankov della Dinamo Kiev allenato dal mio maestro Lucescu. Mi piace un sacco".

Come sta il calcio in Ucraina?
"Il movimento è sicuramente in crescita, seppure ci sia il problema di una guerra che dura ormai da 6 anni. Fanno da traino i due grossi club del paese, Dinamo e Shakhtar, che hanno settori giovanili veramente forti e se la giocano così. Facendo vivere i ragazzi in foresteria, è una cosa totalmente differente da qua: li mettono talmente sotto che, se ce la fanno, sono davvero pronti".

A Brescia ha visto esordire Tonali.
"Lui era uno che non soffriva le pressioni. Il Brescia stava andando molto male, lottando per non retrocedere in C, e giocava da veterano. Dopo aver assaggiato la Serie A è andato al Milan, un passo in avanti. Forse troppo lungo per quanto sia pronto ora, ma sta migliorando ed è tutto nel disegno che lo porti ad essere ciò che può diventare. All'inizio ha faticato, ma ci sono tante cose nel mezzo: è sempre stato di ghiaccio, ma andando nella sua squadra del cuore, e col numero di Gattuso, si è messo addosso pressioni. Bisogna avere pazienza, ma arriverà".

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