Frosinone saluta Nesta, ma Stirpe attacca la squadra. Il giocattolo si potrà ricomporre?

Si chiude dopo 644 giorni l’avventura di Alessandro Nesta sulla panchina del Frosinone. E’ di questa mattina la decisione della proprietà del club ciociaro di sollevare dall’incarico l’ex difensore del Milan e della Nazionale a seguito dello 0-3 incassato contro il Lecce ma soprattuto al termine di un periodo con appena due vittorie nelle ultime 18 gare di campionato, con ben sette sconfitte. Un ruolino di marcia che ha portato la società di Maurizio Stirpe a sei lunghezze dalla zona playoff, obiettivo minimo per una compagine che ai nastri di partenza doveva lottare per la promozione diretta in Serie A.
Dalle parole del numero uno dei canarini, però, si evince che non tutte le colpe sono da attribuire al tecnico appena esonerato: “Purtroppo il mister non ha mai potuto applicare dall'inizio il suo sistema di gioco - ha spiegato in conferenza stampa - perché evidentemente non c'era la disponibilità dei giocatori ad attuarlo, oppure, mettiamola così, per caratteristiche tecniche di taluni c'era un'inadeguatezza nel poter replicare certi schemi o meccanismi di funzionamento”.
Una situazione, dunque, molto complessa, con più fattori che devono prendersi la responsabilità di un’annata finita finora in disgrazia. Molto probabilmente la finale playoff dello scorso anno persa contro lo Spezia solo a causa di un peggior posizionamento nella classifica della stagione regolare (il doppio scontro era terminato con una vittoria a testa per 1-0) anziché dare rabbia e nuove motivazione in vista del 2020/2021 ha spezzato le gambe ad un roster che per qualità non c’entra niente con l’attuale posizione in classifica.
E adesso? Il nome caldo per la successione è quello di Gian Piero Ventura, lo scorso anno a Salerno e pronto a rimettersi in carreggiata. L’ex ct sarà l’uomo giusto per rimettere insieme i pezzi di un giocattolo che oggi appare irrecuperabile.
