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esclusiva

Ghirelli: “Euro 2020, che trionfo. Nove dalla C, pensate se si investisse”

ESCLUSIVA TMW - Ghirelli: “Euro 2020, che trionfo. Nove dalla C, pensate se si investisse”TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
martedì 13 luglio 2021, 20:19Serie C
di Ivan Cardia

Azzurro Europa. Il trionfo dell’Italia a Euro 2020 è la vittoria del calcio italiano? Lo abbiamo chiesto a Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro: “Io credo che intanto il merito della vittoria sia di Mancini, dei calciatori, di un progetto portato avanti dalla Federcalcio del presidente Gravina. Va riconosciuto - continua sulle colonne di TMW e TC - merito a chi ha profuso questo impegno. Sarebbe utile, per il calcio italiano, riflettere: la vittoria dell’Europeo è meritata ed è arrivata perché Mancini ha dimostrato che con i giovani si può vincere. Ha puntato su di loro ed è riuscito a far vedere quanto possano dare se valorizzati, a differenza di quanto spesso avviene nei nostri campionati. È una lezione da tenere a mente. Anche da questo punto di vista, l’Europeo che ci ha portato gioia dopo mesi di buio può essere una spinta per ripartire”.

C’è anche tanta Serie C in questa Italia, emblematico il caso di Di Lorenzo che ci giocava fino a pochi anni fa. 

“Beh sono nove i giocatori della rosa azzurra che hanno giocato in C. Pensiamo a cosa succederebbe se si investisse davvero sul mondo giovanile, sulla C, sulle infrastrutture, sulle qualità dei formatori: il nostro campionato può essere l’accademia dei talenti. L’augurio è che si segua questa strada con determinazione, anche alla luce della vittoria all’Europeo”.

A Euro2020 abbiamo rivisto i tifosi.

“Io credo che si debba ragionare lucidamente. Ferme restando le questioni di salute, i rischi che ci sono e le misure necessarie a evitarli, come Serie C abbiamo anzitutto la necessità di sapere quanto prima quando sarà possibile aprire gli abbonamenti. Sono due anni che soffriamo e se un altro campionato partisse senza sarebbe difficile reggere. È anche l’occasione di lavorare sugli stadi: noi abbiamo presentato un progetto con Sportium a tal proposito, basato sull’utilizzo dei fondi del PNRR. Bisogna superare l’idea dello stadio come teatro sportivo, valutarne l’aspetto sociale, territoriale, occupazionale. Lo stadio rappresenta la nuova centralità urbana, digitalizzazione, riconversione ecologica, salute, nuovi profili occupazionali, formazione. È la grande sfida da cogliere e sarebbe veramente una iattura non sfruttare la spinta degli europei”.

Arriviamo alle note dolenti. Sei squadre a rischio iscrizione. 

“Si ricorderà che quando è emersa la criticità sulla Casertana dissi che bisognava aspettare la Covisoc. Il fatto è che bisogna iniziare a pensare alla società di calcio come a un’azienda: è stato un anno di legislazione intensa su varie materie, alcune hanno avuto il fiato corto nell’adeguarsi e l’hanno pagato. A volte meglio prendere un calciatore in meno e un professionista in più, lo dico sempre anche se sembro predicare nel deserto. Bisogna vedere cosa succederà ora, di sicuro il dato per ora conferma che la crisi ha sicuramente avuto il suo peso e allo stesso tempo che bisogna andare avanti sulla strada dell’organizzazione aziendale”.

Tira un po’ le orecchie alle sue società?

“Diciamo che l’esperienza ci insegna che bisogna lavorare su questo aspetto”.

Considerando anche il Chievo, sono a oggi sette le squadre in bilico: teme una carenza d’organico? 

“No, anche se dovesse rimanere questa la situazione. Anche se a oggi qualsiasi analisi va fatta in punta di piedi perché fino alla conclusione del percorso di verifica le società hanno la possibilità di far valere le loro ragioni. Comunque, dalle informazioni che ho io sia sulle retrocesse che sulle società in graduatoria dalla D penso non ci sia questo timore”.

A proposito di ripescaggi, le squadre B hanno tuttora un canale preferenziale ma nessuno lo sfrutterà. Ha senso andare avanti cosi?

“Intanto vorrei sottolineare che l’esperienza della Juventus è positiva su tutti gli aspetti di formazione e crescita dei calciatori e, anche, dei ricavi. Fin qui ha pesato la normativa preesistente sulle multiproprietà, ha frenato la cosa: io proverei a insistere e sperimentare. Guardiamo l’esempio della Spagna che è sintomatico: i giovani arrivano più maturi perché passano dalle seconde squadre. Io sfrutterei l’occasione di una nuova valutazione con le nuove regole, che tra l’altro saranno presto integrate”.

Sotto quale profilo?

“Sarà introdotto quello che secondo me ha generato la discussione in relazione alla vicenda Salernitana, cioè sarà introdotta la previsione che entro il 30 giugno il passaggio di proprietà, per chi dovesse trovarsi nella stessa situazione, debba esser perfezionato”. 

Arriverà la tanto attesa riforma?

“Nella partita che si apre sulle riforme il sottoscritto sarà tra quelli che spingerà più decisamente, poi ribadisco che bisogna ragionare a sistema e risistemare le risorse. L’obiettivo della riforma deve essere la sostenibilità del campionato: se qualcuno pensa che non sia il tema centrale ha sbagliato strada. Per me, lo dico in modo semplice e chiaro, si può discutere di tutto ma la condizione è che si esca con una chiara definizione delle risorse che consenta al calcio italiano di essere sostenibile”.

Un augurio per il prossimo campionato?

“Io intanto spero che il 4 agosto ci sia la presentazione dei calendari, è stato un anno faticoso e con tempi lunghi perché abbiamo avuto una serie di step sulle promozioni. C’è un problema che ci ha portato ad andare molto avanti e poi c’è stato un anno pesante alle spalle. L’augurio è uno, che il prossimo sia il campionato dell’inizio del ritorno alla normalità”.

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