Rudi Garcia svela: "Impossibile restare a Lione, clima avvelenato. Juninho voleva il mio posto"

Rudi Garcia non le manda a dire. Dopo i tre mesi fallimentari trascorsi sulla panchina del Napoli, con il conseguente esonero del presidente De Laurentiis, l'allenatore francese di 61 anni si è rilanciato completamente e nel mese di gennaio è stato annunciato come nuovo commissario tecnico del Belgio al posto dell'ormai ex tecnico Domenico Tedesco.
Tralasciando l'esperienza in Italia, in Francia invece ha sempre fatto bene dov'è passato. Campione di Francia con il Lille nel 2011, finalista di Europa League con il Marsiglia nel 2018, semifinalista di Champions League con il Lione nel 2020. Ma come è naturale che sia, nella sua carriera da allenatore il 61enne di Nemours ha anche dei rimpianti, come quello di non essere riuscito a stabilirsi a lungo termine all'Olympique Lione a causa del clima generato dal precedente direttore sportivo Juninho.
Lo ha affermato lo stesso Rudi Garcia: "Cosa rispondo a chi dice che ce la faccio solo nella prima stagione in un club? A Lille sono diventato campione al terzo anno. Alla Roma sono arrivato secondo per due stagioni di fila. Al Marsiglia sono arrivato in finale di Europa League circa diciotto mesi dopo il mio arrivo. Recentemente ho incontrato Roberto De Zerbi, mi ha detto: 'Wow! Hai fatto tre stagioni all’OM'. A Lione avrei voluto restarci per tutta la mia carriera (in carica dal 2019 al 2021, ndr), ma non era più possibile in un clima avvelenato con un direttore sportivo che voleva il mio posto (Juninho, ndr). Quindi, mi si fa un processo ingiusto. Con un minimo di obiettività, questa reputazione non regge ai fatti. Cos’altro dire?", le parole riprese da FootMercato.
