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Che ne sarà dell’Inter? Mercato bloccato. Ma si pagano gli stipendi. Sono tre i fondi in campo: entro gennaio vendita totale o parziale. Milan, sì di Mandzukic. Tomori per la difesa. Ok Meitè per Cagliari. Napoli, Milik vacilla

Che ne sarà dell’Inter? Mercato bloccato. Ma si pagano gli stipendi. Sono tre i fondi in campo: entro gennaio vendita totale o parziale. Milan, sì di Mandzukic. Tomori per la difesa. Ok Meitè per Cagliari. Napoli, Milik vacillaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 15 gennaio 2021, 08:00Editoriale
di Enzo Bucchioni

Il futuro dell’Inter cinese è sempre più un’incognita, i tifosi nerazzurri sono inquieti, ma Suning si è impegnato con una nota ufficiale a “supportare il management per garantire la stabilità operativa e sportiva”. Il tutto alla vigilia della super sfida con la Juventus.

Cosa vuol dire, in sostanza, il documento uscito ieri dopo la riunione del consiglio di amministrazione?

I proprietari del club, i signori Zhang attraverso Suning, nonostante il difficile momento economico, la mancanza di liquidità e il club in vendita o alla ricerca di partner, non hanno alcuna intenzione di mollare, garantiranno le risorse economiche necessarie per la gestione (gli stipendi e non solo), ma anche per portare a termine la stagione sportiva nel miglior modo possibile puntando allo scudetto.

Questi i piani e c’è da scommettere che andrà così per un motivo molto semplice: sarà più facile chiudere la cessione se l’Inter dovesse diventare campione d’Italia e se la gestione complessiva del brand non subirà contraccolpi.

Lo scenario nerazzurro è comunque mutato nel giro di pochi giorni e la situazione in sostanza è precipitata.

Il primo effetto pratico del nuovo corso s’è visto con il mercato che è praticamente bloccato in entrata e anche in uscita per quel che riguarda Eriksen. Non c’è un euro e non si farà nulla, ma si confermerà anche il danese perché è comunque un capitale della società e non è il momento di svalutarlo o di svenderlo. Si spiega anche così la decisione di Conte di trovargli un nuovo ruolo (regista basso) come si è visto in coppa Italia a Firenze. Intendiamoci, anche senza fare mercato, anche senza gli scambi ipotizzati (Paredes ed altro…) l’Inter ha comunque una squadra da scudetto, ma la situazione non è semplice ed è mutata nel giro di pochi giorni. Dovranno essere bravi i dirigenti e l’allenatore a tenere motivato e compatto un gruppo che fatica a prendere lo stipendio, ma ha comunque grandi ambizioni e vuole fortemente provare a vincere lo scudetto.

Quello che sarà dopo lo vedremo, intanto la situazione è questa.

Ovvio che le radici del problema affondino nella pandemia e nella conseguente decisione del governo cinese di non far uscire verso l’estero capitali di aziende cinesi e ridimensionare le risorse destinate al calcio anche in Patria. La Cina, come sappiamo, è un regime totalitario e un’azienda come Suning deve immediatamente adeguarsi e adattarsi alla nuova situazione e ai diktat del regime. Cosa che ha fatto puntualmente il signor Zhang decidendo di ridimensionare le sue squadre cinesi e di chiudere i rubinetti finanziari verso Milano. Non basta. Il business calcio va proprio dismesso subito o nel giro di poco tempo, e così s’è deciso di mettere in vendita un’Inter che non produce utili e invece per restare a galla ha bisogno continuo di notevoli supporti economici.

Cosa succederà?

Non è ancora completamente chiaro.

Meglio, mancano i contorni finali della vicenda. Quello che è certo è ciò che abbiamo scritto poche righe fa, Zhang ha bisogno di liquidità e qualsiasi pista economica capace di risolvere la situazione o di far rientrare l’investimento fatto quattro anni fa, sarà accettata.

Vendita totale del club, dunque?

O vendita parziale di quote con ingresso di nuovo soci?

E’ su questi interrogativi che si sta lavorando.

Il Financial Time ha rivelato ieri che sarebbero addirittura tre i fondi di investimento che hanno avviato delle diligence per radiografare i conti dell’Inter e valutarne il reale valore commerciale, fra debiti, esposizioni e patrimonio netto. Oltre ai londinesi di Bc Partner, sarebbero al lavoro anche gli svedesi di Eqt e gli americani di Arctos Sports Partner.

Quanto vale l’Inter?

La cifra più accreditata è di 900 milioni di euro, altri parlano di oltre un miliardo, ma in circolazione ci sono 375 milioni di bond, in pratica debiti, e un buco di bilancio di oltre 100 milioni, perdite dovute al fatturato calato molto nell’era Covid e non solo.

In sostanza oggi per comprare l’Inter nell’immediato potrebbero bastare (si fa per dire) cifre fra i 400 e i 500 milioni.

Vedremo quale strada e quali proposte formuleranno i fondi. Per Suning potrebbe andar bene anche un’uscita graduale, con il rilascio parziale di quote della società che oggi i Zhang hanno in pancia per circa il 69 per cento delle azioni. Un 31 per cento appartiene al fondo Lion Rocks che però potrebbe essere anch’esso vicino a Zhang.

E’ chiaro, comunque, che un fondo non entrerà mai con una quota minoritaria in un business in perdita, per rimetterci e salvare l’attuale proprietà.

Se i fondi decideranno di fare l’operazione-Inter sarà soltanto per comprare la maggioranza e poi intervenire per risanare, rilanciare magari attraverso il business del nuovo stadio e rimettere poi in vendita.

Difficile, se non impossibile, con questa esposizione e il business calcio ai minimi storici, trovare qualcuno disposto a diventare socio di minoranza. E’ probabile, dunque, che si vada verso una proposta di acquisto, ma ai fondi servirà ancora qualche settimana per valutare a fondo i conti prima di formulare una proposta finale. Si parla della fine di gennaio come data probabile. I tempi sono stretti, il governo cinese starebbe pressando Zhang affinché esca prima possibile da questa situazione anche considerando che la pandemia ha condizionato anche il fatturato di Suning, prima catena di elettrodomestici cinese.

Dicevo che i tifosi non si devono allarmare perché se l’Inter dovesse finire nelle mani di un fondo non ci sarebbe ridimensionamento, ma soltanto una gestione diversa, sempre tesa a valorizzare il marchio con il fine ultimo di rivendere. Guardate cosa sta facendo Elliott al Milan. E’ stata cambiata strategia, ora si punta più sui giovani per ridurre il monte-ingaggi, ma l’obiettivo è quello di valorizzare il brand per recuperare prima possibile l’esposizione con la vendita.

E’ impensabile, sarebbe folle, che un fondo compri l’Inter per ridimensionarla. Piuttosto non la comprano, ma l’idea che il calcio riparta nel giro di un paio d’anni, l’aumento dei diritti tv e l’affare immobiliare attorno al nuovo stadio, potrebbero essere cose stimolanti per operatori economici di quel livello.

I tifosi dovranno soltanto pensare che il mercato non si farà e Conte dovrà ragionare (ma l’ha già detto) con i giocatori a disposizione che non sono pochi e neppure scarsi. Anzi, come detto, restano favoriti per lo scudetto.

Tornando a Eriksen, l’impressione è che potrebbe andar via soltanto se Marotta dovesse riuscire a recuperare tutta l’esposizione e l’acquirente si accollasse in toto i sette milioni netti che guadagna il danese. Certe condizioni in questo mercato non ci sono, dunque…

Il Milan, anzi il fondo Elliott, invece investirà. Perché ? Intravede la possibilità di vincere lo scudetto o almeno di tornare nel business della Champions. Per Meitè è fatta, arriva in prestito oneroso, ma operazione è da dieci milioni complessivi se avverrà il riscatto l’anno prossimo. Lunedì probabilmente debutterà a Cagliari.

Anche Mandzukic ha detto sì all’idea rossonera. Ha voglia di tornare, non chiederà la luna per sei mesi in rossonero a fare il vice Ibra, ma non solo. Si tratta sulla cifra, ma c’è ottimismo. E il difensore? Simakan era quasi fatto, ora s’è infortunato. Si valuta comunque l’acquisto, il giocatore piace e potrebbe essere un affare per l’estate. Per l’immediato virata su Tomori, 24 anni, del Chelsea. Il centrale inglese, dopo diversi prestiti, quest’anno è tornato ai Blues, ma ha giocato pochissimo. Il Milan sta trattando un diritto di riscatto, lo vorrebbe per una decina di milioni, però al Chelsea non bastano e rilancia forte, ma il discorso resta in piedi. Per ora.

Avanti tutta, invece, per Milik e sembrerà strano. Il Marsiglia pare si sia avvicinato ai quindici milioni chiesti dal Napoli e il giocatore non sarebbe più così irremovibile nel dire no. Le parole di Boniek “se non gioca si scordi gli Europei”, forse l’anno fatto riflettere e Milik potrebbe accettare il Marsiglia subito invece di andare probabilmente alla Juve da svincolato a giugno. Una di quelle robe “finché non vedo non ci credo”, anche per le cause fra il Napoli e Milik, ma il calcio è anche questo.

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