Allegri oggi come Conte ieri: Tare sta provando a rimediare agli errori di Ibra e Furlani ma sul colpo da 90 sta rischiando grosso. Mentre il Napoli andò sul sicuro...

Dopo anni di scelte folli e decisioni discutibili ieri il Milan ha fatto un passo deciso verso la normalità. Dopo una stagione conclusa all'ottavo posto, senza pass per le prossime coppe europee e con due allenatori che si sono avvicendati con risultati rivedibili, la proprietà ha optato per scelte più comprensibili e sensate. Innanzitutto Igli Tare, il miglior direttore sportivo alla Lazio dell'era Lotito. E poi Massimiliano Allegri, l'allenatore del penultimo Tricolore. Un tecnico che nel frattempo alla Juventus di Scudetti ne ha vinti altri cinque.
Senza grossi proclami, Allegri nella conferenza stampa di presentazione ha più volte ripetuto che l'obiettivo del Milan sarà quello di tornare a disputare la Champions League dopo un anno di digiuno. Tradotto: bisognerà chiudere il prossimo campionato tra le prime quattro posizioni.
"Il primo obiettivo per il Milan è tornare in Champions, quindi a marzo bisogna essere in quelle posizioni", ha detto ieri Allegri. Chi vi ricorda? Personalmente, è sembrato di riascoltare la prima conferenza stampa tenuta un anno fa a Napoli da Antonio Conte. Il contesto era grossomodo simile: il Napoli era reduce da una stagione sciagurata, conclusa addirittura al decimo posto. E Conte dopo un anno di stop tornò annunciando che l'obiettivo era quello di riportare il Napoli tra le prime quattro. L'ha detto e ribadito praticamente fino alla fine della stagione, fin quando lo Scudetto non s'è palesato in tutta la sua concretezza.
Oggi Massimiliano Allegri vive una situazione che non è troppo diversa da quella vissuta un anno fa da Antonio Conte. Poi certo per arrivare a vincere lo Scudetto ci sono un bel po' di fattori. Non ultimo quel pizzico di fortuna che ha permesso ai partenopei di trionfare con 82 punti. Una cosa più unica che rara visto che nella stagione precedente l'Inter chiuse a 94.
La fortuna però la squadra di Conte se l'è cercata, conquistata. E per provare a ripetere quanto fatto dal Napoli nella scorsa stagione al Milan servirà anche una grandissima sessione di calciomercato. Nell'estate 2024 quella partenopea fu per distacco la società che spese di più in Italia e alle prime posizioni anche in Europa. Aurelio De Laurentiis per accontentare Conte arrivò a spendere quasi 150 milioni di euro tra Buongiorno, Lukaku, David Neres, Gilmour, Rafa Marin, Spinazzola e, soprattutto, Scott McTominay. Il miglior calciatore dell'ultimo campionato. A fine agosto decise di farlo anche a fronte di partenze poco fruttuose, nonostante la mancata cessione di Victor Osimhen che ancora oggi è un problema per la società. Un calciatore che fu solo prestato fuori tempo massimo, un problema che oggi il Milan non ha dato che ha brillantemente risolto il problema Theo Hernandez cedendolo all'Al-Hilal per 25 milioni di euro. E prima di ciò, aveva assecondato la volontà di Tijjani Reijnders vedendolo al Manchester City per 55 milioni di euro più bonus.
Definite le cessioni c'è ora però un Milan da costruire e Tare dopo lo svincolato Modric e l'acquisto di Ricci ha deciso di fare all-inn per Ardon Jashari. Se un anno fa il colpo da 90 di Giovanni Manna fu un centrocampista acquistato dal Manchester United per 30 milioni di euro, quest'anno il dirigente albanese ha deciso di spendere buona parte del budget estivo per il miglior calciatore dell'ultimo campionato belga. Per un calciatore che un anno fa, di questi tempi, aveva appena definito il trasferimento dal Lucerna al Club Brugge per sei milioni di euro.
Il rischio è di quelli grossi perché al netto del fatto che dopo Jashari arriveranno almeno altri quattro giocatori, il calciatore svizzero a queste cifre sarà probabilmente l'ago della bilancia di questa campagna trasferimenti. Lo sa bene Igli Tare, che però ha deciso di non fermarsi. Una scelta diversa da quella operata lo scorso agosto dal Napoli, da quella di un Manna che andò sul sicuro puntando tutte le sue fiches su Scott McTominay. Lo fece sacrificando quel Brescianini che aveva già svolto e superato le visite mediche: la più importante sliding doors dell'ultima Serie A.
