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Juve intanto la coppa, ora testa al campionato prima che al futuro. Rammarico nerazzurro. Ora il finale e poi si parte con le panchine...

Juve intanto la coppa, ora testa al campionato prima che al futuro. Rammarico nerazzurro. Ora il finale e poi si parte con le panchine...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 20 maggio 2021, 08:00Editoriale
di Luca Marchetti

Ora manca un pezzo, per la Juve. Che dopo aver subito l’Atalanta nel primo tempo è riuscita a domarla e poi a batterla. E porta a casa il trofeo. Si prende un regalo di compleanno di un certo livello Pirlo, forse anche una rivincita.
Certo, la coppa Italia non è il campionato, ma un sorriso comincia a spuntare sul volto degli juventini. Al netto delle polemiche sul rigore o su mancati interventi del VAR, conta il risultato. E la Juventus è riuscita ad alzare il trofeo. Ma le manca un pezzo, perché non può sperare di salvare la stagione solo con la coppa Italia. La coppa aiuta, ma non basta. Serve la qualificazione in Champions e allora sì che la stagione può considerarsi salva. Al netto di tutto e forse proprio a causa di tutto. Al netto di un allenatore esordiente assoluto, al netto dei problemi derivati da Covid e dalla difficile gestione e organizzazione in un anno così particolare, al netto delle problematiche fuori dal campo (caso Suarez e Superlega) che hanno comunque coinvolto il mondo Juve. Ma la Juve si è ritrovata e ora, pur dovendo sperare in un passo falso altrui (Milan o Napoli) nei prossimi tre giorni si gioca il restante pezzo della stagione.
Ora la domanda da farsi, ipotetica è questa. Anzi sono due: la prima se è giusto affidare la programmazione del prossimo anno a un risultato che poi si deciderà soltanto per un punti (nel bene e nel male). La seconda è cosa succederà se davvero dovesse pesare questo punto. In una società di primo livello come la Juventus in teoria quel punto non dovrebbe fare la differenza per il futuro. Le cose da correggere dovrebbero essere le stesse. Ma il fallimento di questa stagione, probabilmente, deve trovare un “colpevole”. E potrebbe non necessariamente essere soltanto Pirlo. Addirittura ci verrebbe da dire se - in generale - potrebbe anche essere rivalutato il lavoro dell’allenatore (a Champions acquisita, ovvio). In termini di punti la Juventus dovesse vincere a Bologna farebbe 78 punti. Lo scorso anno vinse lo scudetto con 85. Sono 5 in meno, non 50. A 78 lo scorso anno ci arrivarono Atalanta e Lazio (entrando in Champions). Certo conta moltissimo come ci arrivi ed è proprio su questo che rifletterà la Juventus. Anche perché il roster bianconero è decisamente superiore alle squadre appena citate e anche a quelle che quest’anno comunque a prescindere arriveranno sopra. Per ingaggi spesi, per investimenti sui cartellini, per la tradizione recente e l’abitudine consolidata.
Da dove la Juventus deciderà di indirizzarsi, dipenderanno le scelte per la prossima stagione. Nuovo allenatore scelto da chi? Rimane questa dirigenza? Ci sarà un rimpasto? E’ evidente che il nome di Allegri potrebbe mettere d’accordo tutti (o quasi) ma (al di là della spesa) non c’è solo la Juventus su di lui (leggi Real).
Per rimanere in ambito mercato non è forse un caso che hanno segnato due nuovi acquisti: Kulusevski (un ex) e Chiesa.

I gioiellini del mercato hanno griffato la partita. La Juventus ha investito sul mercato e il mercato ha ripagato. E se su Chiesa nessuno ha mai avuto dubbi durante questa stagione (gol e palo) visto che è stato protagonista di una grande annata, qualcosa invece era stato detto su Kulusevski. Lui ha risposto sul campo con gol e un’altra grande occasione con paratissima di Gollini. Ha risposto anche zittendo le critiche fisicamente. E’ come se avesse vinto la Juve del futuro. E forse è un segnale che va colto. La Juve ha vinto giocando una bella partita: con le idee di Pirlo i gol di Kulusveski e Chiesa. Ecco perché potrebbe essere il primo passo. Magari non per tutti. Lo scopriremo magari da domenica sera in poi.
Rimane invece l’amaro in bocca per l’Atalanta. C’era un’altra occasione per vincere qualcosa, dopo un periodo straordinario di calcio e spettacolo. Attoniti in campo i giocatori, deluso Gasperini. Ci ricorderemo sicuramente di questa squadra anche fra 20 anni, ma ricordarla anche con un trofeo alzato avrebbe messo un marchio di qualità definitivo sul lavoro di Gasperini e della famiglia Percassi. Non è finito nulla, certo. Ma la delusione era palpabile, anche dalla tv. Qui non cambierà nulla, non ci sarà bisogno di stravolgere una realtà che funziona e che ha dato un pieno di emozioni (e di soldi). Manca un trofeo, non il resto. Ma quel trofeo (in generale) rischia di rimanere davvero una macchia in un cammino in questi anni straordinario. E questo, al di là dei risultati, non va dimenticato. Pensare che comunque sempre dall’Atalanta dipendono le voglie della Juve di acciuffare la Champions è comunque un altro bell’incrocio di questo splendido finale di stagione.
Dalla prossima settimana cominceranno ad incastrarsi poi molte cose. Aspetteremo di capire cosa succederà nell’incontro Zhang Conte per il futuro insieme (e con il prestito in arrivo che dovrebbe far respirare le casse nerazzurre). Aspetteremo di capire le evoluzioni in casa Lazio (con Gattuso sullo sfondo), in casa Torino (dovesse chiudersi la storia con Nicola, puntato Juric), quello che succede alla Fiorentina o al Sassuolo dove sicuramente si dovrà sostituire De Zerbi che va a fare una straordinaria esperienza allo Shakthar. Insomma prima le panchine, tanto per capirci, poi i giocatori a partire dai parametri zero, che mai quest’anno sono arrivati fino a questo punto senza rinnovare o cambiare... dovrà decidere Donnarumma, dovrà decidere Calhanoglu (a proposito per lui offerta faraonica dal Qatar: pronto triennale da 8 milioni all’anno più 8 milioni alla firma), giusto per citare i due più importanti e senza dimenticare Chiellini.
E senza dimenticare soprattuto l’Europeo. Insomma sarà un’estate piena di divertimento. E piena, immaginiamo, di colpi di scena!

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