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La UEFA fa pagare 3,5 milioni alla Juventus per un rosso di 535 in tre anni, questo è Fair Play Finanziario? L'Inter risorge, il Milan affonda, il Napoli risplende, ma non è che andiamo davvero troppo lenti?

La UEFA fa pagare 3,5 milioni alla Juventus per un rosso di 535 in tre anni, questo è Fair Play Finanziario? L'Inter risorge, il Milan affonda, il Napoli risplende, ma non è che andiamo davvero troppo lenti?TUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 8 ottobre 2022, 12:45Editoriale
di Andrea Losapio

La notizia è nelle pieghe del bilancio della Juventus, nella relazione finanziaria consegnata agli azionisti da Andrea Agnelli nei giorni scorsi. Al netto dei numeri, di commissioni alte o altissime, di Bremer pagato quasi 51 milioni bonus compresi in un periodo di austerity (o almeno così vorrebbero farlo credere loro), c'è un passaggio che va cerchiato in rosso. "Solo in caso di mancato rispetto di specifici target finanziari per importi eccedenti determinati buffer nel triennio 2022-2024 sono inoltre previste ulteriori sanzioni di natura economica (variabili e proporzionali all’ammontare dell’eventuale scostamento futuro), nonché la possibilità che il UEFA CFCB applichi limitazioni di natura sportiva (es. numero di calciatori in rosa UEFA e registrazione di nuovi calciatori) in caso di scostamenti particolarmente significativi oltre ulteriori specifiche soglie. Tenuto conto delle previsioni contenute nel “Piano Triennale 2023-2025” approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno 2022, si prevede che i target di risultati economici intermedi previsti dal Settlement Agreement siglato dalla Società possano essere rispettati con adeguato margine".

La Juventus, afflitta sicuramente da quello che è successo nella pandemia, ha appena chiuso i suoi bilanci con un -535 milioni in tre anni. Quanto può valere per la UEFA questo scostamento che è decisamente sopra (di nove volte) ai -60 decisi nel 2022 per il rosso triennale dal 2019 al 2022? Evidentemente troppo poco, visto che la multa è stata di 3,5 milioni. Vuol dire che la UEFA ha comminato una multa dello 0,6% sul meno sviluppato negli ultimi tre anni. Niente imposizioni sulla registrazione di calciatori, niente numero di calciatori diminuiti. È chiaro che il Covid abbia ammorbidito le posizioni dei grandi del calcio europeo, forse anche per quanto successo con la Superlega nella scorsa annata. Ecco, la dicitura Superlega non c'è da nessuna parte nella relazione economica della Juventus. Si dice solamente che la Premier ha scavato un solco rispetto a qualsiasi altro campionato domestico. Come a dire "Se vogliamo vincere dobbiamo spendere come loro". Peccato che nelle ultime due stagioni, nonostante questo rosso record, lo Scudetto non sia arrivato a Torino, la Champions neanche a dirlo.

Quindi quando si parla di calcio del popolo, da parte delle big come Milan, Inter o Juventus, mentono sapendo di mentire. È difficile aumentare i ricavi e la chimera della crescita a ogni costo, soprattutto di fatturato e con la bacchetta magica, rimane appunto una chimera. C'è chi ha cannibalizzato il calcio italiano, cioè la Juventus, come spiegavo bene QUI nel 2019, quindi pre pandemia. Questo il passaggio incriminato. "La Juventus è davvero prigioniera di se stessa. Del suo monte ingaggi, delle sue plusvalenze, del suo bilancio e dei suoi ammortamenti. Comprare tutti, distruggere la concorrenza, muoversi in anticipo, bruciare trasferimenti altrui: questo ha un prezzo, facendo esplodere stipendi (che superano quasi il fatturato) e costi accessori. Alzare il fatturato oppure ricapitalizzare, perché il fair play finanziario, come conosciuto adesso, non ha più senso di esistere. Le grandi saranno sempre grandi, le medie non riusciranno a crescere esponenzialmente... o meglio, allo stesso livello delle squadre della Premier League. Quando il tuo quinto difensore è Rugani - e percepisce 3 milioni - vuol dire che ci sono dei problemi".

Certo, poi la UEFA chiude gli occhi e guarda da un'altra parte, ma oggi come allora il Fair Play Finanziario è inutile. C'è sempre chi paga e se non ci sono linee creditizie attivabili è giusto che prima o poi qualcuno salti in aria. Non è il caso della Juventus o del Milan, visto che hanno proprietà che ripianano, ma è ancora un mistero come l'Inter riesca a rimanere in linea di galleggiamento con tutti i debiti - anche rifinanziati da bond su bond - che continua ad avere. E Suning di soldi ne ha investiti tantissimi, non c'è neanche da dire che non lo abbia fatto. C'è sempre qualcuno che paga: Friedkin l'ha fatto con la Roma, Elliott ai tempi con il Milan, Exor continua con la Juventus, mentre l'Inter - si presume - cambierà proprietario e chi subentrerà, pagherà.

Qual è la soluzione? Probabilmente un salary cap, delimitare i calciatori sopra una certa cifra per numero di squadra (così che vengano ridistribuiti), oppure costringere chi investe certe cifre ad anticipare i pagamenti invece che dilazionarli, pena l'esclusione dal campionato o dalle coppe. Ma se la UEFA è questa, figuriamoci se le leghe nazionali permettono una cosa del genere. A proposito, ma la Sampdoria non la compra nessuno? Le storture ci sono a tutti i livelli, ma la realtà è solo una: comanda chi ripiana gli investimenti, oppure chi riesce a farsi dare dei soldi a debito... Che prima o poi andranno ridati, chissà quando.

In ultimo, calcio giocato. Il Napoli va ad Amsterdam a distruggere l'Ajax, grande impresa. L'Inter vince 1-0 come Conte insegnerebbe, altro grande risultato. La Juventus fatica con il Maccabi, bene per i tre punti. Il Milan va a Londra e ne prende tre: ha grandi recriminazioni, molti calciatori fuori, ma la sensazione è che le italiane vadano al piccolo trotto. Quindi in casa tengono, fuori rischiano sempre l'imbarcata: lo stesso Milan, a Salisburgo, ha avuto sì la possibilità di vincere all'ultimo minuto, ma anche tre o quattro circostanze in cui poteva uscire con le ossa rotte. Andiamo troppo piano, lo abbiamo visto anche con la Lazio contro lo Sturm Graz. Gli altri pressano, arrivano prima sul pallone, si fanno spingere dallo stadio. E il nostro calcio vince la Conference League, giusta dimensione del ritmo che non diamo alle partite.

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