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Carlo Nesti: "Il dopo-Spalletti è solo uno dei 18 problemi del calcio azzurro"

Carlo Nesti: "Il dopo-Spalletti è solo uno dei 18 problemi del calcio azzurro"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 09:10La scheda di Carlo Nesti
di Carlo Nesti

Questo è il diario dei miei "pensieri", a partire dal giugno 2025, fino ad oggi, in ordine inverso.

9-6-2025
Carlo Nesti: "Il dopo-Spalletti è solo uno dei 18 problemi del calcio azzurro"

Luciano Spalletti non c'è più. Chissà perché prima di Italia-Moldova, e non dopo Italia-Moldova, visto che lo spogliatoio aveva giusto bisogno di essere destabilizzato. Un altro prodigio di tempistica di "Slavina" Gravina. Sicuramente, per carità, sistevano motivi validi, per prendere questa decisione. Tuttavia, immaginate un «pro memoria», nel quale inserire il priblema della scelta del nuovo allenatore. Ebbene: non impressionatevi, ma il suddetto problema è solo uno dei 18, con i quali il calcio italiano, e il calcio azzurro, devono fare i conti.

I FATTI: 3

A LIVELLO DI CLUB, 1 SOLA CHAMPIONS LEAGUE IN 15 ANNI.

A LIVELLO DI NAZIONALE, 2 MONDIALI SALTATI.

L'ITALIA BRILLA, E VINCE, SOLO FRA I 17 E I 20 ANNI.

I PROBLEMI: 18

LA SCELTA DEL COMMISSARIO TECNICO PIÙ ADATTO.

L’ECCESSO DI STRANIERI: BEN IL 50% IN SERIE A.

I POCHISSIMI UNDER 21 IN SERIE A: APPENA IL 3%.

IL MIGLIORAMENTO DELLA CONCORRENZA ESTERA.

IL LIVELLAMENTO IN BASSO DEL CAMPIONATO.

DEL PIERO E TOTTI, E POI UN SOLO ASSO: DONNARUMMA.

LA FINE DELL'EPOCA DEL CALCIO DI STRADA.

IL DOMINIO DELLE SCUOLE CALCIO A PAGAMENTO.

LE INTERFERENZE NELLE GIOVANILI DEI PROCURATORI.

IL MINOR ADDESTRAMENTO DELLA TECNICA DI BASE.

L’IMPOSIZIONE, FIN DA BAMBINI, DI TATTICA E FISICO.

LA DISABITUDINE DEI DIFENSORI ALLA MARCATURA A UOMO.

LA SCARSITÀ DI ATTACCANTI ALL'ALTEZZA DEL PASSATO.

L’ASSENZA DEI "BLOCCHI" SALVA-NAZIONALI.

LO SCARSO "APPEAL" DEL VALORE DELLA MAGLIA AZZURRA.

IL MINOR PESO DELLA FEDERAZIONE, RISPETTO AI CLUB.

PIÙ ATTENZIONE DEI GIOVANI VERSO ALTRI SPORT.

MENO PREDISPOSIZIONE DEI GIOVANI AI SACRIFICI.

Come avete capito, è una lista lunga, che, proposta così, terrorizza abbastanza. Tuttavia, bisogna essere positivi, e ricordare che alcuni, di questi problemi, li hanno anche gli altri. Inoltre che, tante volte, proprio nei momenti, che apparivano più delicati, il calcio italiano ha saputo estrarre le unghie, e reagire alla grande. Sia così, anche stavolta.

8-6-2025
Carlo Nesti: "Colpa di Spalletti? Anche di alcuni giocatori. Dico quali..."

Adesso, visto che in tanti si sono buttati, mi butto anch'io, non solo su Spalletti, ma anche su alcuni giocatori. Premessa: mancavano 4 titolari certi, e cioè Acerbi, sapete perché, Buongiorno, Calafiori, e, attenzione, vi ho già indicato una intera difesa, più Kean, 19 gol in Serie A. Non dimentichiamole, correttamente, queste cose. Io avrei schierato, compresi anche alcuni non selezionati, secondo il 3-4-3:

Donnarumma in porta;

Di Lorenzo, Mancini e Bastoni in difesa;

Politano, Tonali, Barella e Di Marco a centrocampo;

Orsolini, Retegui o Lucca, e Zaccagni in attacco.

Mi pongo alcune domande.

1 - Sarò un romantico, ma certi valori non possono morire. Come è possibile che la sconfitta, nella finale in Champions League, abbia scaricato talmente Bastoni, Barella e Dimarco, da non ridestarli nemmeno con la maglia azzurra addosso?

2 - Come è possibile che Mancini, e altri, non siano risultati convocabili, perchè già in vacanza, come se la Nazionale fosse diventata una squadra di Serie B?

3 - Come è possibile che Politano non venga convocato, a detta di Spalletti, perché segna meno di Orsolini, quando, con il passaggio dal 3-5-2 al 3-4-3, anche a partita in corso, possono essere preziosi entrambi? Politano laterale a tutta fascia, e Orsolini esterno alto, davanti a lui.

4 - Come è possibile che non venga spiegato il mistero-Zaccagni, non convocato dagli Europei. Può non essere adatto al 3-5-2, ma appunto, cambiando modulo, si ritroverebbe la copertura di Dimarco alle spalle.

Sarebbe interessante conoscere le risposte, ma temo che Spalletti, dopo la partita contro la Moldavia, sia travolto dagli eventi. In quel caso, tifo, fortissimamente, per Ranieri.

7-6-2025
Carlo Nesti: "Azzurri battuti dal calcio moderno? Assolutamente no?"

Dopo lo 0-3 contro la Norvegia, è giusto non mischiare le carte, scegliendo se parlare della partita, o del calcio italiano in generale. Proviamo a parlare della partita. Il momento migliore della storia calcistica della Norvegia, contro un'Italia, che, non dimentichiamolo, era priva di ben 9 giocatori utili, dei quali 3 in panchina. Ma il popolo, giustamente, insorge: niente alibi, noi siamo la Nazionale azzurra! O.k., però, non cadiamo in un equivoco. Non siamo stati battuti dal cosiddetto "calcio moderno", che non ci appartiene. Cosa intendo dire? Avete presente il Paris Saint Germain contro l'Inter? Pressing altissimo, occupazione della metacampo avversaria, possesso di palla, difesa avanzata a centrocampo. No. La Norvegia ha dimostrato che si può essere efficaci, paradossalmente, anche giocando in un un modo simile a quello delle nostre grandi vittorie del passato. Ha tenuto la palla solo per il 38 per 100, ha tirato 8 volte, delle quali appena 4 nello specchio della porta, ma con il massimo profitto: 3 gol e un palo. Ha sfoderato, questo sì, 2 cose, che noi non abbiamo. 4 campioni, Nusa, Haaland, Sorloth e Odegaard (noi siamo rimasti a Del Piero e Totti, illusi da Cassano e Balotelli). E un mix di fisicità e sacrificio, anche negli elementi meno dotati. Parlare, invece, del calcio italiano in generale, mi sembra da consuntivo finale, e non da inizio girone, ma è necessario. Dalla vittoria nostrana nei Mondiali del 2006, i paesi che, un tempo, ci facevano il solletico, sono molto migliorati, mentre noi siamo peggiorati. Pesano 11 anni senza Mondiali, l'invasione degli stranieri, la schiacciante minoranza di Under 21 in Serie A, e il fascino minore della maglia azzurra, rispetto agli ingaggi dei club. Sono fattori non estranei a umiliazioni, come quella di ieri. All'orizzonte, un Sinner e un Musetti nel calcio, come nel tennis, purtroppo, non si intravedono.

6-6-2025
Carlo Nesti: "De Laurentiis, ma sarà vero che la Juve gioca in modo poco chiaro?"

Questo spazio mi consente, innanzitutto, di fare i complimenti, ad un grande Presidente, che si chiama Aurelio De Laurentiis. Due scudetti in 3 anni, 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana, ma soprattutto, oltre 20 anni di gestione impeccabile, con i bilanci costantemente in attivo. Una sola ombra: il processo-plusvalenze su Osihmen, che è ancora in corso, e dovrebbe portare ad una inevitabile sanzione. Il suo Napoli è autosufficiente da molte stagioni, e ha un monte ingaggi, che è la metà di quello di Inter e Juventus. Coniugare competitivita e sostenibilità non è una impresa da tutti. De Laurentiis recita anche un ruolo importante, in quella commedia all'italiana, che è il calcio nostrano, e la sua ultima stoccatina rientra nel gioco delle parti, come capitò agli Agnelli, Berlusconi, Moratti, Prisco e Viola. "Sapete qual è la differenza fra Napoli e Juventus, negli ultimi 10 anni? La Juventus non ha sempre giocato in maniera chiara, mentre il Napoli sì". De Laurentiis mi consentirà di rispondere, a questa stooccatina, con la mia stoccatina, sempre con il sorriso sulle labbra. Caro presidente, tenga presente che la Juventus, da Moggi, Giraudo, e Bettega in avanti, e cioè da 31 anni, si è trovata alle prese con qualcosa come 7 problemi giudiziari, di giustizia sportiva oppure ordinaria. Doping, Calciopoli, Gea, ultras, Suarez, stipendi e plusvalenze. In 3 di questi casi, Calciopoli, ultras e plusvalenze, si è registrato un palese accanimento, nei riguardi della socierà. La Signora del calcio è stata perquisita addirittura sotto la guepiere, alla ricerca di prove contro di lei. Con un trattamento di questo genere, pensa che la Juventus abbia ancora qualcosa da nascondere? Non pensa che i suoi dirigenti, o tesserati, abbiano imparato a temere persino la loro ombra, con il pericolo di commettere qualche passo falso? No, presidente. Io sono convinto che la Juventus sia pulita, come è pulito il suo bellissimo Napoli, e che le 2 squadre possano sempre contendersi la vittoria, lealmente, sul campo.

4-6-2025
Carlo Nesti: "Al calcio nostrano piace... vecchio, e non giovane"

Il "vecchio" piace, e non è, in questo momento, un vanto del calcio italiano. Il Napoli acquista De Bruyne, svincolato, 34 anni, circa 10 milioni all'anno di stipendio. Il Milan abborda Modric, svincolato, quasi 40 anni, anche lui circa 10 milioni di ingaggio. Lo stesso Milan corteggia Rabiot, 30 anni, 10 milioni chiesti dal Marsiglia, circa 6 milioni di stipendio. Detto per inciso, De Bruyne allungherà la panchina, perché il titolare, in quel ruolo, è McTominay. E, ad Allegri, Modric ricorderà Pirlo, che fece vendere dal club rossonero, preferendogli Van Bommel. Frattanto, in Serie A, secondo dati recenti, agli Under 21 tocca il 5,5% del minutaggio totale, terz'ultima nell'intera Europa, mentre, nella Liga spagnola, siamo a quota 19,6%. Non si producono più risorse interne, e i giovani, se ci sono, provengono dall'estero, togliendo spazio ai potenziali talenti nostrani. Dunque, per carità: non chiediamo miracoli alla Nazionale, please.

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