Crollo Napoli, il grande ex Pandev inguaia Gattuso: il Genoa con Ballardini è da Champions

Seconda sconfitta nelle ultime tre partite di campionato per il Napoli, che due settimane dopo la debacle di Verona cade ancora in trasferta sul campo del Genoa e frena la sua rincorsa verso la Champions League. Ventiquattro tiri in porta, due legni, un solo gol. Di contro, volano i rossoblù, al terzo successo consecutivo, trascinato da Pandev, e una media punti da altissima classifica: la cura Ballardini ha funzionato, la formazione azzurra è l'ennesima vittima di un Grifone definitivamente rinato.
Le scelte. Davide Ballardini cambia due pedine rispetto agli ultimi successi con Cagliari e Crotone. Senza Shomurodov, in attacco spazio a Pandev, preferito a Scamacca per fare da spalla a Destro. In difesa invece resta fuori Masiello: Goldaniga, Radovanovic e Criscito i tre centrali. In mediana nessuna novità. Dall'altro lato Rino Gattuso, in piena emergenza a causa delle assenze di Koulibaly, Fabian e Mertens tra gli altri, lascia in panchina l'acciaccato Insigne e schiera Politano a destra, Lozano a sinistra e Petagna centravanti. Si torna al 4-3-3, con Zielinski ed Elmas mezzali e Demme preferito a Bakayoko come vertice basso. In difesa c'è Maksimovic con Manolas, Ospina vince il ballottaggio tra i pali.
La serata dell'ex. Il Napoli comincia forte, colleziona qualche conclusione ma non una vera e propria palla gol. Al primo affondo però è il Genoa a passare, con Pandev che sfrutta un errore in fase d'uscita della difesa azzurra e batte Ospina. Passa un quarto d'ora e gli azzurri continuano ad attaccare, ma alla seconda azione arriva anche il raddoppio genoano: ancora Pandev, il grande ex, a tu per tu con Ospina grazie ad un bell'assist di Zajc. Il copione resta lo stesso fino alla fine, con gli ospiti che continuano a macinare gioco e tiri, senza però segnare. Resta così inalterato anche il risultato: il primo tempo si chiude sul 2-0.
Battimuro. Nei primi minuti della ripresa non cambia nulla, così Gattuso cerca la svolta dalla panchina: dentro Osimhen e Insigne per Petagna e Zielinski, con passaggio al 4-2-3-1 annesso. I frutti si vedono subito, perché il peso offensivo del Napoli cresce. Il nigeriano ha un enorme palla gol a metà secondo tempo, sparando alto da due passi. Il Genoa resta tutto rintanato in difesa, fa muro, e i partenopei proseguono nel tentativo di riaprire la partita. Ci va vicino prima Demme da fuori, poi Insigne che colpisce il palo dall'interno dell'area di rigore. Ma non sembra proprio serata.
Lampo e forcing, ma è inutile. Bisogna attendere il 79' prima di abbattere il muro del Genoa: è Politano a risolvere una mischia dopo un calcio d'angolo, battendo Perin col suo mancino e bissando la rete dell'andata. Seguono dieci minuti più recupero in cui quello del Napoli è un vero e proprio forcing. Ma i frutti non arrivano. Elmas, in pieno recupero, spreca una palla gol pazzesca dall'interno dell'area piccola. Nel finale Mario Rui protesta per un contatto in area con Scamacca, ma per l'arbitro è tutto regolare. Finisce con questa polemica, senza altri gol. E il Genoa fa festa.
