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Il rovescio della medaglia: Roma sfasciata e terza, implacabile con le piccole. Dove può arrivare?

Il rovescio della medaglia: Roma sfasciata e terza, implacabile con le piccole. Dove può arrivare?TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 15 febbraio 2021, 12:51Serie A
di Ivan Cardia

Fino a poche settimane fa, sembrava una stagione da buttare. Tra derby e Spezia, l’annata della Roma pareva aver assunto i tratti dello psicodramma calcistico. Sfasciata, nel senso che il capitano è ancora ai margini: Pellegrini e il suo vice Cristante stanno reggendo bene il compito, ma non è una fascia al braccio a stravolgere gli equilibri e le gerarchie di uno spogliatoio. Con Paulo Fonseca sulla graticola: i passi falsi, la gestione del gruppo, le voci sull’esonero addirittura immaginato immediato. Una piazza che passa dall’amare all’odiare con una volubilità pari soltanto alla sua grandezza. Dopo i primi segnali di ripresa, la sconfitta di Torino aveva messo in chiaro le cose: la Roma fatica sempre con le grandi, ergo non può essere una grande. Un sillogismo ineccepibile. Poi, detto che in tutto questo i giallorossi non erano mai usciti dal perimetro Champions, basta una domenica e sono di nuovo lì, terzi in classifica. A meno sette dal primo posto.

Il rovescio della medaglia: grandissima con le piccole. Il suo tesoro, la Roma, se l’è costruito in provincia. La sua rinascita, pure. Il 3-0 all’Udinese sta lì a ricordarlo. Piccole di classifica, sia chiaro: di oggi, né di ieri né di domani. Dalla Sampdoria in giù, la Roma le ha battute tutte. Fonseca e i suoi sono gli unici del campionato “dei grandi” a esservi riusciti. L’Inter, il Milan, la Juve: tutte le altre big, in un momento o in un altro, sono inciampate in provincia. La Roma no: è una regolarità a suo modo impressionante. Fin qui, dodici partite e trentasei punti contro le squadre dal decimo posto in giù. In proiezione, a fine stagione sarebbero ventidue gare e sessantasei punti. Mettiamoci anche il conto pari col Verona (una vittoria e una sconfitta, a tavolino) e col Sassuolo (finora uno 0-0): Roma prima in classifica, se il campionato si giocasse solo contro le squadre della parte destra. Basta per vincere lo scudetto? No, perché per quello bisogna vincere i grandi incontri, e i capitolini in quel frangente si sono dimostrati fragilissimi. Se prendiamo per buona la proiezione, sessantasei punti non portano il tricolore. Se ci aggiungiamo qualche punto strappato qui e lì (Sassuolo e Verona già nominate, ma qualche pareggio o una vittoria con un a big la Roma prima o poi potrà strapparla, del resto è anche mai sconfitta in casa, e le affronterà quasi tutte all'Olimpico al ritorno), si va aritmeticamente molto vicini (se non proprio dentro) a quella che nelle ultime stagioni è stata la quota Champions. La Roma-quasi-Golia può arrivarci, battendo tutte le piccole-Davide: non tutte le parabole funzionano. Anche se non sei proprio un gigante.

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