Inter, Inzaghi ha voluto tenere Dzeko a ogni costo. Ha avuto ragione, ora rinnovo a furor di popolo

Dall'estate a oggi, si è parlato tantissimo della predilezione di Simone Inzaghi nei confronti di Joaquin Correa, al punto che, secondo alcune indiscrezioni, il tecnico dell'Inter si è speso per il Tucu anche a discapito di Paulo Dybala. Una ricostruzione da analizzare per bene: in primis, perché è poco credibile che su un tema così delicato di mercato possa davvero scegliere l'allenatore, figuriamoci porre il veto. In seconda battuta, perché è vero che, quando si parlava di Lukaku e della Joya, la risposta di Inzaghi è stata molto diversa: Romelu per forza, Paulo se viene bene sennò amen. È altrettanto vero, però, che il ragionamento sul potenziale innesto dell'ex 10 della Juventus non coinvolgeva soltanto Correa, ma anche Edin Dzeko. Anzi, soprattutto lui.
Inzaghi ha voluto tenere Dzeko. E ha avuto ragione. Pur lieto di poter allenare Lukaku, l'ex tecnico della Lazio non ha mai fatto scendere le quotazioni del bosniaco. Intanto, perché nel suo primo anno a Milano non l'ha tradito, anzi, e la riconoscenza è qualcosa che Inzaghi sa tributare. In seconda battuta, perché un giocatore così è merce rara: fisico a sufficienza per sopperire a eventuali assenze di Lukaku, tecnico per quel che basta in una squadra che di fosforo ha bisogno. I fatti gli hanno dato ragione, anche più del previsto se si considera la lunghissima defezione di Big Rom. Strano chi si sorprende: Dzeko è già a 9 gol in stagione, meno uno alla doppia cifra, l'ultima - e unica - volta che non l'ha raggiunta è stato otto fa col City.
Ora rinnovo a furor di popolo. Il prolungamento, che sembrava improbabile, è nell'aria. Dzeko si è riscoperto troppo giovane per pensare a mete esotiche, l'Inter lo ha visto meno "vecchio" di quel che immaginava a inizio anno. Nelle prossime settimane, salvo sorprese, si arriverà a un prolungamento annuale, a cifre inferiori rispetto ai 5 milioni di euro che percepisce attualmente. E questo sarà un premio terreno su cui incontrarsi o meno. Il secondo sarà quello relativo al ruolo: oggi, complice il forfait di Lukaku, Dzeko è un titolare fisso. Difficile cucirgli addosso, al netto di quel che poi capiterà ai suoi compagni, anche in una prospettiva di lungo corso. Mettendo da parte l'esaltazione, popolare e non, del momento, è qualcosa su cui entrambe le parti devono ragionare. Per i gol serve cuore caldo, per i rinnovi mano fredda.
