Italia U21 con Ekhator, ma senza Kayode. Baldini: "Voglio l'Europeo e l'oro alle Olimpiadi"

L'Italia Under 21 torneranno in campo il 5 settembre contro il Montenegro e, in vista di quella partita, ha parlato in conferenza stampa Silvio Baldini, nuovo selezionatore degli Azzurrini, che dovrà fare a meno di Francesco Camarda, Pietro Comuzzo e Michael Kayode. Al loro posto sono stati convocati Jeff Ekhator e Gabriele Guarino. Di seguito le sue dichiarazioni riportate dal sito della FIGC:
"La chiamata della Nazionale alla mia età non me l’aspettavo. È un’emozione in senso positivo, sono felice di essere qui e di aver avuto questo incarico: una bellissima sorpresa che mi ha riempito di gioia. Quando sono uscito di casa per venire a Tirrenia e mi sono congedato dalla mia famiglia è stato unico e speciale. Ma alle emozioni cerco di non pensare, di non mostrarle a un mondo che spesso non lo merita. Certo, quando sarò a La Spezia e sentirò l’inno lo canterò col cuore, perché lì dentro c’è la storia che passa, di chi ha fatto di tutto per rendere l’Italia un paese libero e democratico, in cui si può dire liberamente ciò che si pensa".
Qual è il suo pensiero su questo gruppo?
"Ho visto ragazzi felici e disponibili, ora dobbiamo far capire loro che abbiamo una responsabilità molto grande e in ogni gara dovremo dare delle risposte, giocando con il cuore, senza cadere in banali stereotipi, ma il cuore è l’unico che indica la strada giusta da percorrere quando si fa un cammino. Ci tengo che i ragazzi riescano a capire questo concetto. I calciatori devono comprendere che fanno il mestiere più bello del mondo non per i guadagni, ma perché il calcio permettere loro di esprimersi per quello che sono, degli artisti che hanno la possibilità di fare ciò che hanno sempre sognato".
Quali sono i suoi obiettivi?
"Mi trovo qui ed è un premio che è arrivato dal destino e dal mio percorso. La Federazione ha scelto me e sono convinto che possiamo far accadere qualcosa di positivo, possiamo andare lontano, vincere un Europeo e un oro alle Olimpiadi. So di espormi alle critiche dicendo questo, ma non mi arrenderò mai all’idea di dover rinunciare ai miei sogni e ai miei obiettivi, anche di fronte alle critiche. Chiederò alla squadra di essere propositiva, di giocare con la voglia di vincere e andare a fare gol. Quando in TV vedo una partita con 20-30 passaggi di fila senza cross o tiri in porta cambio e vedo altro. Vorrei che i ragazzi emozionassero chi ama questo sport: chi lo ama vuole vedere i gol, vivere quella sensazione in ogni partita, anche contro avversari tosti che possono metterti in crisi".
In tanti ci parlano di un'Italia senza calciatori di talento.
"L’Italia è piena di talenti, sta a noi avere pazienza e coraggio nel valorizzarli. Cercheremo di farlo anche in Under 21, anche se chiaramente il tempo per lavorare è poco: dovrò essere bravo nel trovare una sintesi al mio lavoro e riportarlo nella maniera più semplice possibile senza fare confusione, spiegando delle piccole regole di atteggiamento che possono premiarci. Siamo una squadra che può giocare 4-3-3 o 4-2-3-1, che reputo i moduli più offensivi in assoluto e quelli più utili a coprire di più il campo: mi piace vedere giocatori che attaccano la profondità e vanno alla ricerca del gol, è così che proveremo a essere".
Ma cosa si sente di rispondere a chi dice che non ci sono talenti.
"Purtroppo il mondo del calcio è inquinato da troppe persone il cui interesse è solo il guadagno, tanti si accontentano anche di guadagnare poco, mica sono Raiola che prendeva 150 milioni, questi piccoli squali che vivono di questa predazione, che depredano le piccole società, e all’estero trovano più copertura, quindi lo fanno dove è meno visibile che stanno facendo un furto. Se avessimo la capacità di isolare questi ragazzi da tanti personaggi, il loro valore - si legge su gazzetta.it - verrebbe fuori, tanti sapientoni invece vogliono aiutarli per riempire le loro tasche, il mio compito difficile è questo, togliergli dalla testa di guadagnare tanti soldi ma di migliorare ogni giorno. Sono abituato a usare termini un po’ volgari, e con la maglia azzurra non lo posso fare. Non mi sento ingabbiato ma il mio ruolo è cambiato, se succederà non succederà pubblicamente ma negli spogliatoi. E aggiungo: tante volte quando uso questi termini cafoni, non è perché sono cafone, ma perché il mondo del calcio è pieno di lestofanti che vanno apostrofati con questi aggettivi, è un mondo che non ti rispetta e merita di essere trattato in questo modo".
Lei inizia con l'U21, Gattuso con la Nazionale maggiore.
"Sono felicissimo di aver avuto modo di conoscerlo, è una persona bellissima, semplice, diretta, senza filtri, molto rispettosa e abbiamo avuto sin da subito un grande feeling. Fra gli obiettivi dell’Under 21 c’è anche quello di far crescere i calciatori e renderli pronti per una chiamata con i grandi e speriamo che in futuro possano esserci altri Giovanni Leoni o Francesco Pio Esposito".
