Juve, Pirlo non può essere unico responsabile. Ma per un futuro insieme servono scelte forti

La sconfitta col Benevento è stata un segnale. Vuoi perché rappresenta il punto più basso della storia recente bianconera, vuoi perché alla fine, gira e rigira, più indizi fanno una prova di quanto alla Juventus non stia funzionando da inizio stagione. Il gol di Gaich, e l’incapacità della squadra di Andrea Pirlo, oltre al solito problema di approccio, di reagire al vantaggio ospite segna una linea di confine dalla quale adesso occorrerà fare delle riflessioni. Che dovranno coinvolgere tutti i protagonisti perché un anno di transizione alla Juventus è già difficile da accettare di per sé, se poi però non coincide neanche con lo sviluppo del progetto ma con l’unico rischio di aver “perso” un altro anno, dopo il fallimento del programma Sarri, ecco che la complicazione raggiunge livelli decisamente più ampi.
A dettare legge è sempre il rettangolo verde che la fa da padrone nei giudizi della bontà di un giocatore o di un allenatore che, in qualche modo, deve sempre riuscire a lasciare un’impronta su chi si muove sul campo. Sbagliato però far ricadere le responsabilità di questo delicatissimo momento in casa Juventus solo sulla figura di Andrea Pirlo. Le difficoltà di un allenatore alle prime armi erano da mettere in preventivo, così come il rischio di incorrere in una stagione di questo tipo. E infatti, Fabio Paratici, Managing Director dell’Area Football bianconera, ha provveduto a ribadire immediatamente nel pomeriggio di domenica la linea di continuità progettuale che coinvolge anche l’attuale tecnico. Ma se il capitombolo europeo non aveva scalfito le certezze di Pirlo sicuro del percorso appena cominciato, pubblicamente la versione del tecnico bianconero ha subìto una leggera, neanche tanto, modifica con il rimando alle scelte societarie in base ai risultati stagionali. Facile intuire che a questo punto tutti si aspettino una concreta dimostrazione sul campo di quello che lo staff tecnico può promettere, e realizzare, nel corso degli anni a venire. Anche con scelte forti e messaggi diretti verso giocatori che, evidentemente, con il livello a cui aspira la Juventus centrano ben poco. Le vie di mezzo ormai, si è capito, non portano a nulla di buono. Da questo, e dai risultati perché il quarto posto è una condizione minima dalla quale ripartire, verranno tirate le somme anche pensando allo storico degli ultimi anni di viavài sulla panchina bianconera. E in ballo c’è un bel pezzo di futuro: quello dell'allenatore Andrea Pirlo e quello del club Juventus.
