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Materazzi: "Inter, il nuovo logo incarna lo spirito della prima squadra di Milano"

Materazzi: "Inter, il nuovo logo incarna lo spirito della prima squadra di Milano"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 30 marzo 2021, 14:08Serie A
di Tommaso Bonan

L’Inter ha presentato il nuovo brand e, per l’occasione, l’ex nerazzurro Marco Materazzi si è raccontato attraverso il canale ufficiale Instagram del club, in condivisione con la rivista GQ Italia: "Il nuovo logo è molto innovativo, incontra le nuove generazioni, quelle che renderanno l’Inter ancora più grande. Noi siamo vecchi passionali, il nuovo marchio si avvicina invece al mondo di oggi. Dobbiamo essere bravi noi a scrivere la storia, come stanno facendo i ragazzi e le ragazze della prima squadra. Da anni ormai tutto l'ambiente Inter è in forte crescita. Abbiamo vissuto rifondazioni e cambi societari".

Rebranding necessario? "L'inglese è la lingua universale e la direzione della società è questa, come per lo slogan 'not for everyone'. È una strada che percorriamo da tempo e che può dare visibilità mondiale al club. In ogni caso, al di là del logo, conta tramandare la storia ai bambini. Michael Jordan ha smesso di giocare da tanti anni, ma ha cambiato lo sport e ancora oggi se ne parla. Il logo può anche cambiare, ma l'importante è che resti il nome dell'Inter".

Il nuovo slogan? "È molto intuitivo, rappresenta lo spirito che si intende dare alla prima squadra di Milano. All’estero esiste già l’Inter Milano: tanto rispetto per il Milan che in Europa ha fatto tanto ma, quando vai fuori dall'Italia, Milano è l'Inter".

Scudetto? "La squadra gode di una posizione invidiabile, in tante vorrebbero essere al suo posto. L’Inter ha in mano il proprio destino. Fortunatamente, o sfortunatamente, non ci sono le coppe, ma restano comunque partite molto toste da giocare. E poi, nell’era del Covid, non sai mai chi avrai a disposizione ogni domenica. Speriamo non ci siano problemi in questo senso".

Un messaggio per la squadra? "Dico loro di continuare a fare quello che stanno facendo, senza cambiare nulla perché va già benissimo così. Spingere forte, dipende tutto da loro".

Le pagine più belle scritte in nerazzurro? Mi mancano quelle della Coppa Uefa e della Supercoppa Europea che, purtroppo, abbiamo perso a Montecarlo, ma su quelle più importanti ci ho messo la firma. Diciamo che non ci siamo fatti mancare niente".

L’assenza dei tifosi allo stadio? "Complimenti ai giocatori. Io probabilmente avrei smesso, non sarei riuscito a giocare senza il pubblico. Serve tanta forza mentale. In carriera mi è anche capitato di giocare a porte chiuse ed è difficile concentrarsi. La pressione la sentono gli avversari in casa perché hai 80mila persone dalla tua parte. La pressione la senti quando vai al Bernabeu, al Camp Nou, in certi stadi dove è difficile uscirne indenni. Quando giocavo a Perugia, mi veniva già l'affanno quando salivo i 65 gradini".

L’affetto dei tifosi nerazzurri? "Lo merita la squadra che, dietro le quinte, ha portato avanti la storia del logo, riempiendo lo stadio con alcune promozioni speciali. Quando giocavo io, con una squadra fortissima, il Meazza non era sempre pieno".

I valori dell'Inter? "Li ho vissuti sulla mia pelle. Ho sempre sentito un senso di famiglia, ora forse più allargata, al passo con i tempi. Il papà di questa famiglia si chiama Massimo Moratti. Ora c'è Steven Zhang che ha scelto di stare proprio dentro la città di Milano. Non credo si possa dire lo stesso se parliamo di altre proprietà mondiali. Per questo motivo vedo un segno di continuità, Moratti ha praticamente indottrinato Steven. C'è un vero filo conduttore che assicura continuità a questo club".

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