Neroverde a vita. La scelta di Domenico Berardi e l'addio a un futuro nelle big

Una scelta di vita come quella di Domenico Berardi, che oggi sfida il Napoli nella prima di campionato alle 18:30 al Mapei Stadium, che ha deciso negli scorsi giorni di rinnovare di fatto per sempre con il Sassuolo, legando in modo eterno il suo nome con quello del club della famiglia Squinzi e del dg Giovanni Carnevali, non va giudicata. Nè contestata. Può meritare delle riflessioni, delle constatazioni. Ma se l'uomo sceglie di mettere radici, famiglia, sangue, linfa, vita, chi può ergersi a giudice e pontificare su questa scelta?
C'è l'aspetto sportivo, che semmai è un dato di fatto. Il talento di Domenico Berardi sarebbe stato certamente elevato, in una grande squadra. Ha avuto ottimi allenatori in una fase ascensionale, mai certamente nel prime della loro carriera e dunque anche dei compagni di squadra. Il punto più alto è stato l'azzurro, la Nazionale, la gloria europea, il resto è stato un enorme successo conquistato col Sassuolo ma solo se paragonato alla dimensione del club emiliano.
Non ha mai giocato la Champions League, non ha mai giocato in una grande notte spagnola, o inglese. Non si è mai giocato una finale, uno Scudetto, un derby di Milano, un derby d'Italia. Questo vale se giudichiamo lo sportivo, la carriera, il valore soppesato delle reti, degli assist e delle conquiste. Però Berardi ha scelto, 'il neroverde è il mio colore', ha detto, e il comunicato del club non fa altro che andare in scia a tutto questo. "Da luglio del 2011, sempre con i nostri colori, Domenico Berardi è simbolo e bandiera del Sassuolo e ora continuerà a vestire la maglia neroverde fino al 2029! Protagonista di una carriera che lo ha visto crescere e affermarsi ad altissimi livelli fino a diventare uno dei giocatori più rappresentativi del calcio italiano. Con 400 presenze, 148 gol e 110 assist con la maglia del Sassuolo, Berardi è il miglior marcatore della storia del club, esempio di talento, passione e fedeltà ai colori neroverdi. Tanta strada fatta insieme e tanta strada ancora da fare, sempre con i colori neroverdi". Nessuno lo può giudicare, l'uomo Domenico Berardi, anzi evviva le ultime bandiere di provincia. Ma quando guarderemo allo sportivo, un giorno, alla sua carriera, non potremo fare a meno di soppesare questa gloria cittadina con quella che il suo talento avrebbe pure meritato di mettere alla prova. Ma ha scelto così. E allora viva il Berardi neroverde.
