Non era abituato a giocare a 3. Così Skriniar è passato da esubero a indispensabile dell'Inter

"Prima non ero abituato a giocare a tre, ora sto capendo meglio le cose". A parlare così, prima di Inter-Atalanta, era stato Milan Skriniar. Ovvero il giocatore che poi Inter-Atalanta l'ha risolta. Rete e +6 di vantaggio sul Milan mantenuto a parte, quella di Skriniar è a tutti gli effetti una stagione sorprendente visti i presupposti. Titolare inamovibile nel biennio Spalletti, nella prima stagione di Conte aveva perso gradi e fiducia. In campionato era diventata ricorrente l'alternanza con Diego Godin, poi la definitiva (o quasi) uscita di scena ad agosto con la ripresa dell'Europa League. Nelle sfide con Getafe, Leverkusen, Shakhtar e Siviglia lo slovacco giocò solo 6 minuti, tanto per far capire quanto fosse scivolato indietro nelle gerarchie del tecnico.
Poi le (poche) settimane di riposo, quindi il mercato "estivo" prima di questa stagione: in quel frangente, anche considerando il pregresso, Skriniar era finito a tutti gli effetti sul mercato. Era finito, soprattutto, nel mirino del Tottenham di José Mourinho e all'interno del possibile scambio che avrebbe portato Ndombele in nerazzurro. Ma alla fine la quadra non fu trovata. Subito dopo il mercato è arrivata la positività al Covid a tenerlo fuori per le prime partite stagionali, ma una volta recuperata forza e condizione il numero 37 si è ripreso gradi e posizione. Per capirci, dalla nona giornata contro il Sassuolo, Skriniar è stato schierato titolare e da lì non ha più saltato una partita. Nel mezzo, anche 3 gol pesantissimi che hanno portato in dote 7 punti (Verona, Roma, Atalanta). Non male, per uno che solo pochi mesi fa sembrava il sacrificato eccellente sull'altare del mercato.
