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TMW RADIO - Zironelli: "Non credo che Allegri tornerà alla Juventus. Lo vedrei bene alla Roma"

TMW RADIO - Zironelli: "Non credo che Allegri tornerà alla Juventus. Lo vedrei bene alla Roma"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 29 aprile 2021, 18:55Serie A
di Dimitri Conti
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TMW Radio / Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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L'allenatore Mauro Zironelli è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sarebbe importante avere una base di settore giovanile, ma è da tanto che ne parliamo... C'è chi lo sta facendo e chi no, si viaggia come si vuole, senza tante regole. Bisognerebbe fermarsi un attimo e riorganizzare un po' tutto quanto, prendendo al balzo la palla data dalle difficoltà del Covid: ristrutturare tutto a bocce ferme, sarebbe il momento giusto".

Quanto stridono le reazioni alla Superlega rapportate agli altri mali del calcio?
"Sì, in Serie C viene sempre fuori qualcosa che non va, e l'ho vissuta personalmente. Quest'anno è stata portata avanti da degli eroi, penso i presidenti abbiano dovuto fare i salti mortali per arrivare in fondo. Con la Superlega penso abbiano tirato un sasso nello stagno per dare un segnale all'UEFA".

I club italiani dovrebbero fare davvero sistema con Serie B e C?
"Sì, ma ha aderito solo la Juve, e le regole sono piuttosto stringenti, penso ai 16 italiani sui 23 giocatori della rosa. Ci sono regole che fai fatica ad attuare, ci sono molte realtà non pronte ad entrare così. Si poteva pensare ad un campionato U23 come in Inghilterra: giocano tra loro, non sono inserite in altri campionati. Serve comunque partire dal basso e andare verso l'alto".

Questo sarà davvero l'anno zero?
"Sono fiducioso, per esempio si è dimostrato che la Serie C così non è sostenibile. Quante squadre spariscono ogni anno? E ora aspettiamo il prossimo, con questa storia del Covid mica è finita qua... La C in questa maniera, senza tifosi, incassi e botteghini, è impossibile da fare. Sarebbe il momento ideale per cambiarla".

A che punto è la crescita di Fagioli?
"Nella Juventus è difficile ritagliarsi uno spazio, mi ricorda un po' il Pirlo degli inizi che è dovuto andare alla Reggina a cercare spazio. Per me sono simili: lo mettevo davanti alla difesa, assieme a due mezzali fisiche può fare una grandissima carriera per la visione e le qualità che ha. Però è questione di coraggio: da noi non si riescono a mettere in campo i 2002 e 2003 oggi, per esempio. Sono passati tre anni ma purtroppo è sempre lì".

Dove viene meno il coraggio che lei chiede?
"Lo frenano l'ansia e la paura del risultato, che io fortunatamente non ho mai avuto. Quest'anno alla Samb non mi hanno mai imposto giovani ma avevo due 2001 e un '98 che per me erano più bravi e giocavano titolari fissi".

Le quote in Serie D sono un danno?
"Io farei il semi-professionismo, prenderei la balla al balzo tra Serie C e Serie D. Così si potrebbe togliere questo problema: ok i giovani, ma ad oggi anche loro sanno che devono giocare per imposizione, e poi quando arrivano ai 21-22 età scendono di categoria: così è anche svilirli. Se fai semi-professionismo puoi eliminare liste e questioni simili".

Troppe squadre nel professionismo?
"Probabilmente sì, le squadre che falliscono è perché non ce la fanno, e per l'economia italiana attuale ci sta che siano troppe. Servirebbero studi, ma ne sento parlare da qualche anno... Ora c'è bisogno di agire, senza aspettare. Dall'alto deve arrivare tutto a catena, conosco tanti presidenti e hanno tutti la stessa idea: senza aiuti, così, è insostenibile. Col semi-professionismo abbatti l'aliquota: è fondamentale".

Dove nasce il gap delle italiane con le altre big d'Europa?
"La mia idea riguarda la velocità della palla: da noi è inferiore che negli altri grandi campionati. Basta vedere le partite: se giocano palla a terra la fanno andare più veloce, significa che sono tecnicamente più bravi. E poi l'atteggiamento: non aspettano gli avversari, giocano per vincere. Ecco perché la palla va sempre forte".

Sarebbe sorpreso dal ritorno di Allegri alla Juve?
"Non credo tornerà alla Juventus, parere mio personale. Lo vedrei sempre bene in Italia, e penso alla Roma, una realtà del genere. Max ha dimostrato di saper fare bene il suo lavoro anche senza essere bello da vedere: con la squadra in mano sa tirare fuori il massimo e vincere più partite possibili".

Lui è l'allenatore più europeo che abbiamo?
"I numeri l'hanno dimostrato, è quasi sempre arrivato in fondo. Ha usato chi aveva a disposizione nei ruoli giusti, non gli si può dire niente... Ha ragione lui. Peccato che non sia mai riuscito a vincere in una di quelle due finali di Champions, l'avrebbe meritato".

Perché i giovani difensori sembrano faticare a marcare?
"A furia di giocare dal basso abbiamo tralasciato il fondamentale della difesa, dell'uno-contro-uno. C'è carenza dei Nesta e dei Cannavaro, per il momento non facciamo fatica a individuarli, non li abbiamo".

Alla Sambenedettese com'è andata?
"La gente mi ha trattato bene ma ho capito troppo tardi di aver avuto a che fare con una persona umanamente disastrosa: ho chiesto rinforzi, eravamo a 5 punti dalla vetta, e me ne ha venduti tre. Al terzo anno che mi succedeva, non l'ho accettato più. Al di là del presidente, una realtà bellissima. Spero si salvino dai dilettanti".

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