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Ascoli, Sottil: "Questa salvezza il mio punto più alto. Futuro? Spero qui, ma serve un confronto"

Ascoli, Sottil: "Questa salvezza il mio punto più alto. Futuro? Spero qui, ma serve un confronto"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
venerdì 7 maggio 2021, 18:56Serie B
di Federico Martino

Andrea Sottil, allenatore dell'Ascoli, ha commentato in conferenza stampa la vittoria per 2-0 sul Cittadella che ha permesso ai bianconeri di raggiungere la salvezza diretta con un turno di anticipo: "Penso che questa sia una grandissima impresa. Non è un miracolo perché è frutto di un grandissimo lavoro dove tutti sono stati straordinari. Partire con sei punti dopo quattordici partite non era assolutamente facile. Quando ho accettato questo incarico, avevo la certezza di poter centrare l'obiettivo: vedevo nella squadra un potenziale e con il direttore Polito siamo sempre stati convinti di potercela fare. Ci sono stati dei momenti difficili, ma mai ho pensato di non potercela fare".

Quanta fatica ha fatto a vivere la partita dalla tribuna?
"Quando sei in tribuna è snervante. Ero dispiaciuto di non essere in panchina, ma i ragazzi hanno ascoltato Simone (Baroncelli, ndr). Abbiamo avuto tante occasioni oggi, potevamo chiuderla prima però a questi ragazzi devo solo che fargli i complimenti. Sono stati tutti magnifici".

Una dedica?
"La prima va alla mia famiglia: a mia moglie e ai miei due figli. Hanno creduto sempre in me da quando ho iniziato questo lavoro. Mia moglie mi ha sempre spronato anche nei momenti più difficili quando non ho lavorato. Quando hai l'amore della famiglia, trovi serenità. La seconda dedica va a mia mamma, che purtroppo l'ho persa: sarebbe stata contenta di questo risultato. Poi anche i miei amici. Ci sono dei ringraziamenti speciali anche a Polito, che mi ha scelto vedendo in me un profilo giusto, ci stimiamo a vicenda. Devo ringraziare anche il presidente, che ha avallato la scelta. Nei momenti difficili abbiamo avuto dei confronti leali, tra uomini, e devo dire che è stato un presidente presente che ci ha lasciato lavorare. Devo ringraziare il mio staff, che spesso non viene nominato ma che per me è fondamentale. Sono dei grandi professionisti. Ringrazio tutto l'entourage Ascoli: siamo stati squadra tutti quanti. Poi un ringraziamento ai miei ragazzi, devono essere ricordati per moltissimo tempo perché hanno scritto una pagina di storia. Non hanno mai mollato, hanno giocato un ottimo calcio, soprattutto nel finale, con una media punti da playoff. Questa è la più bella vittoria da quando alleno".

Chi è stato l'uomo più decisivo della squadra?
"In questo momento sarebbe sbagliato fare un nome singolo. Magari Federico Dionisi perché è entrato in punta di piedi, si è messo in discussione: è stato un leader dentro e fuori dal campo. Ha sempre offerto prestazioni importantissime, è amato da tutto il gruppo. Poi gli stessi Brosco, Leali o Eramo, che era stato messo fuori rosa quando ero arrivato. Nomino questi perché sono stati sempre da esempio per gli altri".

Dopo Cosenza cosa ha detto alla squadra?
"Cosenza è stata la scintilla. Ci siamo confrontati molto duramente perché c'erano stati troppi alti e bassi: serviva continuità mentale. Anche i ragazzi si sono confrontati in riunione penso per un'ora e mezza. Là è successo qualcosa in positivo e non ci siamo più fermati".

Quali sono le radici del miracolo Ascoli?
"Insieme al direttore abbiamo tracciato una linea contando su determinati uomini. Nelle prime tre partite c’era il mercato, era una fase difficile, quindi per questo ringrazio anche i ragazzi che sono andati via a gennaio. Abbiamo tracciato una linea tattica sulla base degli uomini che avevo. Il direttore ha preso dei giocatori adatti alla mia idea di gioco. Poi abbiamo fatto da lì un grande lavoro mentale. Abbiamo lavorato anche dal punto di vista fisico perché la squadra doveva cambiare marcia. Alla fine, grazie alla disponibilità dei ragazzi, abbiamo avuto ragione”.

Nelle ultime sette-otto gare è cambiata la gestione dei cambi?
“Da un certo momento, ho puntato su un determinato undici perché in certi momenti bisognava dare una continuità. La squadra ha preso una forte identità e anche chi è subentrato ha fatto bene. Poi abbiamo anche raggiunto una forma fisica importante”.

Quale è il messaggio nei confronti dei tifosi?
“Per me la tifoseria è la componente più bella dello sport. Ascoli è una piazza storica, gloriosa. Per me è stato un onore allenare qui. Sono molto contento per la gente di Ascoli, a loro va una dedica speciale. Hanno sofferto e oggi possono gioire, se lo meritano”.

Quanto è solida la base per costruire l’Ascoli del futuro?
“Sarei molto contento di continuare qui, ma devo confrontarmi con presidente e direttore. Quest’anno abbiamo fatto un capolavoro, ma adesso devo anche proporre le mie idee, perché un conto è subentrare e un conto è iniziare la stagione”.

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