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Dai fasti in A con l'Atalanta a quelli in D col Barletta. Marilungo si racconta

ESCLUSIVA TMW - Dai fasti in A con l'Atalanta a quelli in D col Barletta. Marilungo si raccontaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 12 ottobre 2023, 09:00Serie D
di Claudia Marrone

"Avevo voglia di avvicinarmi a casa, c'erano stati diversi contatti con altri club ma quando mi ha chiamato il Barletta ho subito capito che la scelta sarebbe stata quella giusta. Al netto della bellissima piazza, che raccoglie sempre un gran numero di spettatori, ho parlato con presidente e mister, e l'impressione è stata subito ottima. Se ha inciso la presenza di Schelotto? L'ho sentito a cose praticamente fatte, ma è un grande piacere ritrovarlo, perché non è solo un calciatore che non necessita di presentazioni, è anche una grande persona di cuore": esordisce così, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, uno dei recenti acquisti del Barletta, che, esattamente come Schelotto, non necessita di presentazione. Veste infatti la maglia biancorossa Guido Marilungo.

Uno che in carriera ha affrontato praticamente sempre altre categorie, e si cala ora in una delle più complesse: "Tutte le categorie sono difficili, ognuna ha la sua criticità, ma la voglia di continuare a giocare mi ha spinto a misurarmi con questa nuova sfida, con un club che ha per altro grandi ambizioni. Credo che finché c'è voglia, c'è passione, è giusto mettersi in gioco: si ha la fortuna di aver fatto di una passione un lavoro, è un aspetto da sfruttare".

Poche le partite che hai avuto modo di affrontare. Ma come impressione ti ha fatto la Serie D?
"Il calcio adesso è in continua evoluzione, lo si è visto anche negli ultimi Mondiali, chi adesso lo gioca è molto più preparato rispetto ad anni fa, e anche in Serie D si nota molto questo aspetto: c'è tanta tattica. Il livello del campionato non mi sembra affatto basso".

Il vostro girone, poi, sembra particolarmente complesso. Sentite la pressione e l'obbligo di vincere?
"Nel nostro girone ci sono parecchie squadre attrezzate a vincere, ma dalla D ne sale solo una per raggruppamento, e non sarà facile. Quel che è certo è che ce la metteremo tutta, dipenderà tutto da noi e da quanto saremo bravi, perché chi merita vince: e noi, lo ripeto, ci proveremo. Con la giusta pressione che deve esserci non tanto per il risultato finale, quando per la gara che arriva, di volta in volta. Non si deve guardare troppo oltre, ma pensare a vincere quante più partite possibile, anche per rispetto della maglia e di chi fa sacrifici per seguirla".

Dalla Serie D ti porto alla B. Cosa ti viene in mente se ti dico Ternana, Spezia e Sampdoria?
"Nelle mie ex squadre sono sempre stato bene, e mi fa piacere quando centrato buoni risultati. In questo momento vedo la Samp un po' in difficoltà, per i blucerchiati e lo Spezia non è un momento facile, ma hanno i mezzi per rialzarsi quanto prima. Certo, vedere soprattutto la Samp in B fa male, lo Spezia in A è rimasto per meno tempo, i dorici erano quasi un'istituzione, ma il calcio è questo, alti e bassi".

L'Atalanta invece, anche questo anno, sembra viaggiare a gonfie vele...
"Ormai da 5-6 l'Atalanta non è più una squadra provinciale, ma una big che si può paragonare tranquillamente alle grandi: la famiglia Percassi ha fatto un grande lavoro. Da anni ormai stanno facendo grandi campionati, giocano coppe europee e stanno sfornando tantissimi giovani interessanti".

A proposito di giovani: come valuti l'obbligo delle cosiddette quote o under soprattutto tra Serie C e Serie D?
"Non sono né a favore dell'obbligo di impego né delle valorizzazioni, ma questa è solo una mia opinione, chi fa le leggi ne capisce più di me e avrà quindi valutato che fosse giusto agire così. Io credo al massimo si possa obbligare le squadre ad avere in rosa 7-8 giovani, che giocano però solo se meritano: non possiamo far finire la meritocrazia, giocare con obbligo è controproducente anche per i giovani stessi. Si dovrebbero ripristinare altri concetti, ma ripeto, non sono io che faccio le leggi".

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