Sterling "prigioniero" del Chelsea e di richieste personali eccessive: carriera a un bivio

Raheem Sterling era considerato il futuro del calcio inglese. A soli 20 anni si aggiudicava il Golden Boy, succedendo a Paul Pogba e precedendo talenti come Divock Origi e Marquinhos. Undici anni più tardi, il suo percorso appare ben diverso dalle attese. Cresciuto nel QPR e consacratosi come promessa a Liverpool, Sterling ha vissuto il suo apice al Manchester City, prima di trasferirsi al Chelsea, dove la sua carriera ha subito una brusca frenata.
Nella scorsa stagione i Blues lo hanno ceduto in prestito all’Arsenal, dove ha disputato 28 partite tra tutte le competizioni, realizzando un gol e servendo cinque assist. Numeri però giudicati insufficienti da Mikel Arteta, che non ha spinto per una conferma. Rientrato a Stamford Bridge, Sterling non rientra nei piani di Enzo Maresca e durante l’estate diversi club hanno valutato il suo profilo: in Premier League si erano interessati Fulham, West Ham e Crystal Palace, mentre all’estero si era parlato del Napoli, soprattutto dopo l’infortunio di Romelu Lukaku. Ma nessuna trattativa è andata in porto e l’inglese è rimasto bloccato.
Il problema è anche legato alle sue richieste: Sterling non è convinto dall’opzione Medio Oriente e vorrebbe restare a Londra con la famiglia, riducendo ulteriormente il ventaglio di possibilità. Attualmente sotto contratto con il Chelsea fino al 2027 e con un ingaggio da 347.000 euro a settimana, rischia di essere escluso dal gruppo e costretto ad allenarsi a parte fino a gennaio.
