Ibrahimovic torna in Nazionale e si commuove. Poi parla di un futuro sempre più rossonero

Zlatan Ibrahimovic è tornato in Nazionale e in Svezia i titoli e le attenzioni erano tutte per lui. Quando ha parlato del figlio, in conferenza stampa, si è commosso fino alle lacrime. Tanti concetti espressi, si è soffermato anche sul suo presente al Milan: “Dopo due anni ai Galaxy mi sentivo ancora vivo, il mio agente mi disse che per me era troppo facile giocare negli Stati Uniti. Così gli chiesi chi aveva più bisogno di me e lui mi rispose facendo il nome del Milan. Così ha chiamato i rossoneri ed eccomi qui. Sono ottimista sul campionato, si è creata un’ottima sintonia nel gruppo e una giornata senza i miei compagni del Milan è come una giornata senza i miei figli- È come se fossimo seduti in una stanza e tutti stessero aspettando che Zlatan venga a dirci cosa fare, io voglio farne parte. Mi piace il progetto che sta facendo il Milan in questo momento. Non è la stessa squadra di dieci anni fa, quando compravano giocatori mondiali. Svezia? Il club non ha avuto obiezioni sul mio ritorno in nazionale. - continua lo svedese parlando del proprio futuro - Per me non è ancora arrivato il momento di ritirarmi, giocherò finché potrò perché voglio continuare a fare ciò che amo. In questo momento non penso al ruolo di allenatore. Penso che sia più facile essere un giocatore di calcio che un allenatore. Soprattutto se sei stato un ex giocatore. Penso che sia molto stressante essere un allenatore".
Sul ritorno in Nazionale "Più invecchio e più divento paziente sia in campo sia fuori. Sicuramente ho molta più esperienza adesso e so come fare per non sprecare energie, ma mi piace sempre allenarmi forte e non riesco mai a rallentare come invece fanno altri giocatori. In campo adesso faccio cose diverse da quelle che facevo cinque, dieci, quindici o venti anni fa e cerco di fare quello che penso sia meglio per la squadra. Le prime impressioni sono positive, le direttive del ct sono chiare e tutto dipenderà da come ci alleneremo. Per me è eccitante allenarmi con tanti giovani e cercherò di tenere il loro ritmo, anche perché gioco in una delle squadre più giovani d’Europa. Cercherò di essere un leader spingendo i miei compagni di squadra ogni giorno per farli rendere al meglio. È un peccato, bisogna fare tutto in pochi giorni, credo che sia il lavoro più difficile del mondo. - continua Ibrahimovic – Sono a disposizione del ct e toccherà a lui prendere le decisioni. Non avrei problemi a partire dalla panchina perché non pretendo nulla e sono qui solo per aiutare la Svezia. Quando sono tornato in Europa mi sono sentito di nuovo vivo, ho capito che avrei potuto giocare ancora ad alto livello e la voglia di tornare in Nazionale è arrivata di conseguenza perché è una delle cose più belle del mondo. Ma non dipendeva solo da me, c’è un ct che deve decidere.
