Rooney dice addio al calcio: allenatore full time, si ritira l'ultimo leone della Golden Generation

Wayne Rooney dice basta. Alla sua prima parte di carriera, perché la seconda inizia subito, o meglio continua: dopo aver accettato a metà novembre l’offerta di fare da giocatore-allenatore al Derby County, Wazza ha sciolto i dubbi e tolto un concorrente ai suoi giocatori offensivi. Dieci presenze e un gol in questa stagione di Premier League, basta così: da oggi, sarà “soltanto” l’allenatore a tempo pieno dei Rams. Con i quali chiude a questo punto a 7 gol in 35 presenze complessive l’avventura iniziata a gennaio 2020. Ma i suoi numeri in carriera sono ovviamente ben altri: 313 reti in 763 apparizioni con la maglia dei club. Non equamente divise, perché 253 (in 559 caos) sono arrivate con la maglia del Manchester United, di cui è il miglior realizzatore di sempre.
Così come della nazionale inglese, salutata a novembre 2018 con 53 gol (quattro in più di Charlton) e 120 presenze (in questo caso è secondo in classifica, sono cinque in meno del primatista Shilton). Un attaccante che, dai primi passi come Wonder Boy dell’Everton, ha segnato un’epoca: cinque campionati, una Champions e un’Europa League, quattro coppe di leghe a una FA Cup. Il rammarico? Non avere vinto nulla con lo stemma dei Tre Leoni sul petto. Ma è quello di tutta la Golden Generation del calcio inglese, quella dei vari Beckham, Gerrard, Terry, Ferdinand e via dicendo. Rooney era l’ultimo a giocare, con lui si ritira una generazione.
