Atalanta-Juventus, la finale: Pirlo con un solo centravanti, un po' poco per la stagione

Possesso palla, fluidità e varianti tattiche. La Juventus di Pirlo, almeno sulla carta, doveva essere questa. Peccato che la bellezza del gioco bianconero si sia arenata sullo scoglio del verosimile e del possibile. Così lo schema utilizzato all’inizio è stato un 3-5-2 che, per mancanza di interpreti, era forse troppo difensivo. Cuadrado impiegato come esterno di difesa andava più che bene, peccato che a sinistra Alex Sandro sia stato spesso indisponibile. Danilo funzionava come jolly, sia dietro che in mezzo al campo, Chiesa non ha reso più di tanto e Kulusevkski da falso nove è parso un pesce fuor d’acqua.
Così dopo qualche esperimento, la chiave tattica è stata quella di usare un 4-4-2 senza fronzoli, con due linee a difesa della retroguardia, una punta di peso e Cristiano Ronaldo. Questo ha però fatto sì che Dybala giocasse pochissimo - anche alle prese con gli infortuni - in compenso Chiesa è cresciuto esponenzialmente, un po’ meno ha fatto Kulusevski, mentre Bernardeschi non ha dato grossi segnali.
La Juventus però non ha funzionato. Anche avere un solo attaccante - Morata - non ha certo aiutato. È stato un limite molto grosso per la rosa, non tappato nemmeno a gennaio. Anche perché Ronaldo funziona molto di più con un nove che con un fantasista.
