Dall'estate alle parole a gioco fermo: cos'è successo tra CR7 e il Manchester United

Il caso del giorno, ma sarebbe meglio dire delle ultime settimane, è quello che riguarda Cristiano Ronaldo. Come si è arrivati alle roventi dichiarazioni del portoghese pubblicate a spezzoni in questi giorni, nelle quali una volta attacca Ten Hag, l'altra Rangnick, e in generale restituisce al mondo esterno un'immagine del Manchester United quasi alla stregua di una prigione dorata, nella quale non gli viene riconosciuto il rispetto che meriterebbe, parafrasando quanto detto da lui stesso?
L'inizio del problema coincide con l'estate
Il "guaio" inizia in piena estate, quando Ronaldo - secondo numerose fonti - esplica alla sua dirigenza la volontà di cambiare aria, anche alla ricerca di quella Champions League che non avrebbe giocato e sulla scia dei mesi difficoltosi trascorsi con Rangnick, subentrato sulla panchina dei Red Devils al suo amico fraterno Solskjaer. La fine del 2021/22 è grigia e si ripercuote sull'umore di CR7, deciso a trasferirsi altrove. Il problema, però, è che il Manchester United non ha alcuna intenzione di stendergli un tappeto rosso, ed anzi inizia ad erigere come una sorta di muro.
Permanenza ad Old Trafford e l'esplosione
Ronaldo viene accostato all'Arabia Saudita (e a un biennale stratosferico da 350 milioni di euro), ma anche al Napoli, a un romantico ritorno nello Sporting o persino in MLS. Nulla di tutto ciò, invece: il destino gli riserva la permanenza al Manchester United, stando alle sue dichiarazioni voluta da lui stesso, e un impiego col contagocce da parte del nuovo manager Ten Hag che gli fa letteralmente perdere la testa, con punte ben visibili come ad esempio quando ha lasciato il campo in anticipo durante il finale della sfida al Tottenham, dopo aver rifiutato l'ingresso in campo. Fino all'intervista a campionati messi in pausa, che ha scatenato l'ira del Man United e che adesso potrebbe vederlo finire addirittura in tribunale.