Firenze aspettava un terzino destro, ma non l'ha trovato: Lirola, adieu con qualche rimpianto

Bilancio alla mano, alla fine la Fiorentina ha venduto bene. Perché i 12 milioni investiti per acquistare Pol Lirola dal Sassuolo saranno più che coperti da quelli che l’Olympique Marsiglia verserà nelle casse viola, se il terzino spagnolo conquisterà la società transalpina (l’affare si chiuderà come prestito oneroso più diritto di riscatto). Dal punto di vista tecnico, però, è altrettanto innegabile che l’avventura in viola del classe ’97 di Mollet del Vallès si chiuda ben al di sotto delle aspettative che c’erano al momento del suo arrivo.
Le aspettative: finalmente un terzino destro. Tra i primi acquisti dell’avventura di Commisso alla guida dei viola, Lirola è arrivato a Firenze un anno fa come la risposta a una storica necessità dei gigliati. Il terzino destro: nel ruoloQ, negli anni precedenti, si erano avvicendati senza grandissime fortune i vari Micah Richards, Rosi, Gilberto, Diks, Roncaglia, Salcedo, Tomovic, Laurini. In pratica, dall’addio di Ujfalusi in poi, la Fiorentina quasi mai ha avuto un titolare nel ruolo che mettesse d’accordo tutti. La speranza era che Lirola riuscisse nell’impresa, e i presupposti in fin dei conti c’erano tutti: approdato in Italia grazie alla Juventus, lo spagnolo era stato accostato in più occasioni proprio ai bianconeri. Un nome d’alto cabotaggio, in buona sostanza.
La resa: non è andata come sperato. Numeri alla mano, i risultati sono stati meno soddisfacenti del previsto, complici le tantissime difficoltà incontrate dalla Fiorentina nell’ultima stagione e mezza. E anche per ragioni di ruolo: schierato quasi sempre, soprattutto dall’arrivo di Iachini in poi, come quinto del 3-5-2, Lirola si è trovato a giocare in una posizione che, pur valorizzandone la (discreta) spinta, non gli è mai calzata a pennello. Il meglio l’ha sempre dato a quattro, da terzino vero, con la possibilità di coniugare resa offensiva e difensiva. Quasi sempre titolare nella stagione 2019/2020, l’ha chiusa a secco di gol e con solo due assist, dopo le due reti e i sette passaggi per il gol dell’annata precedente in Emilia. Sotto gli standard, appunto, come del resto nel campionato in corso, ove ha subito ancora di più la concorrenza di Milenkovic, non proprio un terzino puro ma comunque più convincente. Ora si apre un nuovo capitolo, che parla francese. Sarà adieu o au revoir?
