Giovanni Pagliari: "Perugia, è il momento degli uomini. Ci sarei andato di corsa"


Intervenuto nel corso dell’appuntamento pomeridiano con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio, l’allenatore Giovanni Pagliari ha commentato il delicatissimo momento del Perugia: “È una situazione molto difficile, io non penso che nella storia del Grifo ci siano mai state sette sconfitte consecutive, nemmeno in Serie A o B. Eppure è tanti anni che seguo il Perugia. Ci sarebbe da ricompattarsi: sono convinto, conoscendo l’ambiente, che i tifosi, anche se in questo momento contestano e sono delusi, possano dare una mano. Però non vanno in campo: sono state fatte scelte sbagliate. Non dico che sia stata fatta una squadra forte, però non merita nemmeno di trovarsi in quella posizione di classifica. Secondo me è un discorso mentale: quando perdi gli stimoli, anche uno come Braglia, che non è un allenatore di primo pelo, in cinque partite non ha cavato un ragno dal buco e questa cosa mi fa sapere”.
Quando si punta in alto e ci ritrova nelle retrovie diventa tutto più difficile. In questo Perugia ci sono giocatori in grado di trascinare la squadra in una posizione migliore di classifica?
“Io penso ci siano giocatori bravi e giocatori meno bravi. A Perugia c’è pressione, sì, ma senti anche tanto amore e passione. Penso alla scelta di Giunti capitano: non credo sia il momento di dare responsabilità ai più giovani, ma ai ‘vecchi’, che devono trainare i giovani e creare un clima positivo per salvarsi. Per me conta lo spirito di gruppo, poi è normale che se giochi per vincere tutto è diverso. Sono gli uomini di esperienza che devono dare qualcosa in più, non i ragazzini”.
Lei accetterebbe la sfida di cercare di salvare questo Perugia?
“Il fatto che non mi abbiano chiamato già mi fa pensare che l’allenatore l’abbiano scelto. Io però avrei detto di sì: sono troppo innamorato del Perugia, e se uno può fare qualcosa, con la mia esperienza e il mio amore per la città, tra l’altro ricambiato, sarei andato di corsa. Pur sapendo che è una situazione molto difficile, da cui è complicato venire fuori. Sono i momenti degli alibi e del si salvi chi può. Invece c’è da creare una compattezza che ti porti fuori da questa situazione”.
