Interissima. Conte sale sull'ottovolante: scudetto praticamente in pugno

Interissima. L'ottava vittoria di fila in Serie A degli uomini di Antonio Conte suona come uno schiaffo pesantissimo a chi nutre speranze di rimonta. Assume connotati anche più raffinati essendo arrivata su un campo di una squadra che oggi andrebbe dritta in Serie B, ma che nel nostro cacio ricopre un ruolo di estrema importanza. Il Torino, sì. Vincere all'Olimpico è stato, se possibile, ancora più difficile rispetto al successo casalingo sull'Atalanta che in campo scende per giocare e comandare. Stile di gioco, fatto di possesso e pressione, che esalta le caratteristiche di un'Inter bravissima a capitalizzare gli episodi anche più scomodi.
E in più, sembrerà poco incisiva, l'assenza di Conte dalla panchina altro che se si fa sentire. Con tutto il rispetto per un grande uomo di calcio come Cristian Stellini, il tecnico salentino ti morde le caviglie non appena rallenti un istante, ti sta addosso in ogni momento, tiene la tensione altissima durante le fasi di gara dove un calo ci può fisiologicamente anche stare. Vincere a Torino con un gol di Lautaro dimostra quanto sia cresciuto l'attaccante di Bahia Blanca, decisivo quando stavolta proprio ci si voleva rassegnare al pari. 14 gol in campionato su una transizione avviata da Eriksen (subentrato), affinata da Sanchez (subentrato) e conclusa da Toro, contro il Toro più solido e organizzato degli ultimi mesi. Vincere a Torino significa lanciare un messaggio definitivo a chi sta dietro: l'Inter questo scudetto ce l'ha in mano e per nessuna ragione al mondo se lo lascerà scappare. Più chiaro di così.
