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Roma, Veretout: "Gratificante essere allenato da Mourinho, ma a Fonseca devo tanto"

Roma, Veretout: "Gratificante essere allenato da Mourinho, ma a Fonseca devo tanto"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 25 maggio 2021, 23:23Serie A
di Simone Lorini

Jordan Veretout ha parlato a RMC Sport della sua avventura alla Roma e del rapporto con Paulo Fonseca: "Alla fine è il tecnico che influisce sulla tua stagione. Quindi, è essenziale avere un allenatore che ti conosca, che sappia tutto di te, che sappia come utilizzarti. Lui si è ritagliato il tempo per chiamarmi e dirmi che mi stava aspettando e questo ha giocato sul fatto che io venissi poi a Roma".

Giocare con Diawara o con Villar cambia qualcosa per te?
"Il tecnico mi chiedeva la stessa cosa, quindi per me cambiava poco. In entrambi i casi, ero il centrocampista più avanzato tra i due, quello che doveva accompagnare l'azione. Cambia invece se giochi a due o a tre in mezzo al campo. Giocando a due, devi avere più equilibrio e quando affronti una squadra che gioca a tre in mezzo sei in inferiorità numerica, quindi devi trovare la giusta posizione.

Quest'anno hai segnato 10 gol!
"Mi piace attaccare gli spazi e, da centrocampista, so che è difficile affrontare un centrocampista avversario che attacchi la profondità perché non sai se seguirlo o se lasciarlo ai difensori, il tutto tenendo d'occhio il portatore palla avversario e le linee di passaggio".

Hai segnato in diversi modi quest'anno, mostrando di essere un centrocampista tutto fare:
"Mi piace rimanere in campo al termine dell'allenamento per continuare a lavorare davanti alla porta. Quando ero più giovane, mi agitavo di più davanti alla porta non sapendo bene cosa fare. Ora sono più calmo".

Paulo Fonseca ha lasciato la Roma. Cosa ti porti dietro dai due anni passati insieme?
"Lui è un tecnico molto rigoroso e sono migliorato tanto. Lo ringrazio molto e spero possa trovare un buon club perché è un grande allenatore. Lui è una persona umile, è sempre stato corretto con noi".

Ora arriverà Mourinho. Pensi potrà aiutarti a centrare l'obiettivo di vestire la maglia della Nazionale?
"Lui è un grande tecnico, che ha vinto tanti trofei. In Italia ci si ricorda del suo Triplete con l'Inter. Arriverà con ambizione ed è gratificante per un calciatore essere allenatore da un grande allenatore per raggiungere grandi obiettivi".

A Mourinho piacciono i calciatori di personalità. Sei d'accordo sul fatto di avere una forte personalità in campo per poi diventare più discreto fuori dal terreno di gioco?
"Quando entro in campo, il mio comportamento cambia. Voglio vincere, faccio di tutto per aiutare il team. Il mio gioco è di aggredire il portatore palla avversario. Se faccio questo per primo, gli altri mi seguiranno. Se vedo un compagno fare un grande sforzo, sarò portato a farlo anche io. Corro parecchio e non mi fermo se non ricevo palla, attaccando uno spazio libero. Vero è che, fuori dal terreno di gioco, sono molto riservato".

Abbiamo l'impressione che, in questi ultimi anni, la Roma abbia dei blocchi mentali in alcune partire, finendo per subire sconfitte con tanti gol.
"Ci sono sconfitte che avremmo potuto evitare. Non è il mio modo di essere quello di lasciar correre e mollare. Sono sempre stato abituato a lasciare il terreno di gioco esausto a fine gara. Puoi sbagliare molte cose ma quando poi torno negli spogliatoi è importante che io sappia di aver dato tutto in campo".

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