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Nuovo Brescia, Pasini: "Non avrei mai pensato di comprare la società. Faremo bene, ma vince uno solo"

Nuovo Brescia, Pasini: "Non avrei mai pensato di comprare la società. Faremo bene, ma vince uno solo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:05Serie C
di Andrea Losapio
fonte Dall'inviato a Palazzo Loggia, Brescia

Alle 18, nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia a Brescia, sarà presentato il nuovo progetto del club lombardo. Il calcio riparte dall'Union Brescia, nato dallo spostamento della FeralpiSalò nel capoluogo di provincia.

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Arrivano le prime parole di Giuseppe Pasini, il patron del nuovo progetto bresciano.

"Spero che la parte più diffidente si possa aggiungere. Ma non posso accontentare tutti. La Serie C è molto difficile, di tre giorni ne passa solo una. Ai playoff non ci è mai andata bene, ma a differenza di Salò abbiamo il dodicesimo in campo che sono i tifosi. Non vedo l'ora che sia la prima partita".

"Credo che la città sia ferita, però ripeto che non voglio parlare molto del passato. Io dico solo che si chiude una porta si apre un portone. Da questa ferita può uscire qualcosa di nuovo".

"Faremo un aumento di capitale e daremo spazio ai nuovi soci. Poi ci sarà anche chi farà solo da sponsor. C'è un po' di tutto. Il marchio? Ce ne sono due, uno di Corioni e uno di Cellino. Noi vogliamo prenderci quello di Corioni, poi il titolo sportivo è un'altra cosa".

"La piazza non è spaccata, però c'è una piccola parte della tifoseria che dice che siamo la matricola della Feralpisalò. Non so chi sia contrario, in Curva Nord, del nostro arrivo".

Grandi applausi per il sindaco Laura Castelletti e per Giuseppe Pasini prima dell'inizio della presentazione.

Prende la parola Castelletti. "L'emozione è forte, tante conferenza stampa e di presentazione in questa sala, quest'emozione si è sentita molto con l'applauso di prima. Il sei giugno, di fatto, per il calcio bresciano sembrava la fine. Oggi, dopo 38 giorni - tempo molto rapido e veloce - ci ritroviamo qui a salutare un nuovo inizio. È una cosa bellissima, non lo dico solo io. Tanti bresciani e bresciane mi hanno fermato per strada, c'è il piacere per questo risultato raggiunto. C'è da dire che quando abbiamo visto il futuro del calcio bresciano appeso a un filo, l'amministrazione comunale c'è stata. Ci siamo attivati, abbiamo subito immaginato di essere collante e ponte".

"In quell'occasione ho chiesto amore, coraggio, disponibilità. Uno ha messo fatti e cuore, subito, ed è stato Beppe Pasini. Siamo qui insieme per restituire alla città qualcosa: il Brescia non è solo squadra, ma spirito e orgoglio. Siamo uniti, insieme, a chi ha creduto fortemente a questa importante sfida. È una rinascita che incomincia insieme, con la Leonessa al centro del cuore, ma con uno sguardo di grandissima passione. Conta molto anche guardarsi negli occhi, Brescia pensa in grande ma le persone, per noi, contano molto. Ho fatto il caffè nella mia cucina, non so se un sindaco lo fa. Questo non è un progetto da 90 minuti in campo, al Rigamonti. Il progetto è anche intorno: giovani, essere comunità. Per noi è fondamentale, si è perso in questi anni, riconquistarlo sarà fondamentale e ci piace molto".

"Chiedo applausi: il primo a lui che ha raccolto la sfida. Poi i tanti imprenditori, gli sponsor, le realtà che ha avuto la capacità di mettere insieme. La società, oltre ai miei collaboratori e il vecchio sindaco, che ha dato qualche buon consiglio. Poi i tanti bresciani e bresciane che in questo 38 giorni hanno accompagnato questo percorso creando un sentimento positivo".

Tocca all'assessore allo sport, Alessandro Cantoni. “A volte mi chiedo se il destino è scritto o no, lo faccio spesso. Oggi viviamo un momento che segnerà la storia sportiva della nostra città. È una ripartenza vera, seria, ambiziosa. Tutta bresciana. Abbiamo rischiato di perdere 114 anni di una storia calcistica conosciuta in tutto il mondo, con giocatori che ben sappiamo. Abbiamo fatto quello che era giusto, abbiamo ascoltato e cercato chi avesse la forza, la serietà e l’amore. Questa persona si chiama Giuseppe Pasini".

Ora Giuseppe Pasini. "Io sono abituato, per i miei ruoli istituzionali, a parlare davanti a tante persone. Un po' di emozione la provo, per questo evento che è importante per Brescia. È stata una sofferenza, ma come ho detto si chiude una porta e si può aprire un portone. Un ringraziamento va alla padrona di casa, Laura Castelletti. Da quel caffè in cucina a casa sua è partito qualcosa per cui, a distanza di qualche settimana, siamo qui. Union Brescia? Per una serie di motivi legali, nei confronti di vecchi marchi. Union perché... Non voglio che sia il Brescia di Pasini. Dev'essere il Brescia dei bresciani. Dell'unione di tante persone, imprenditori, professionisti, cittadini e nostri tifosi che devono ritrovare quel senso di appartenenza che, negli ultimi anni e per via di varie circostanze, si è un po' perso. Di fare tornare le famiglie allo stadio. Di aggiungere un settore giovanile che non dev'essere sperpero per realtà vicine a noi come Atalanta, Cremonese o Verona. I nostri giovani devono crederci. Come FeralpiSalò avevamo fatto un ottimo lavoro... a causa di un buco che c'era a Brescia. Al di là della partita, il calcio è più sociale".

"Il sindaco di Salò ci ha chiesto la disponibilità delle nostre strutture per altre realtà e io l'ho data. Ringrazio anche i grandi tifosi del Brescia. C'è chi la pensa in maniera diversa? Speriamo di poterli accogliere: è un programma di gente che non vuole speculare, ma da persone serie, da imprenditori che si stanno giocando la loro faccia. Dopo la B vedremo cosa fare: nel calcio non vince chi mette più soldi, ma chi si consolida".

"Sul logo abbiamo dovuto muoverci su un campo minato, quindi sarà di transizione, così come la maglia. Questo per evitare battaglie legali. Abbiamo rapporti con il curatore fallimentare per il marchio di Corioni".

Iniziano le domande. Pasini, si sarebbe mai aspettato di diventare il Presidente del Brescia? "No. Mi avete avvicinato tante volte, mi è stato chiesto. Però quello che è successo il 6 di giugno è molto particolare, nel momento in cui son stato investito di questa responsabilità mi sono sentito in dovere, nei confronti della città, di mettere a disposizione la mia esperienza per ripartire su questo progetto. Non avrei mai pensato di comprare il Brescia. Ma di fronte alla delusione mi sono sentito di mettermi in discussione, con tutta l'esperienza di questi quindici anni. Anche nell'anno in Serie B, di delusioni perché siamo retrocessi, è stato di esperienza. Nella vita anche le esperienze negative fanno imparare".

Sui tanti sponsor. "Non me l'aspettavo, quando sono uscito il 9 di giugno da questo palazzo... C'è stata grande sensibilità intorno a questo progetto, di altri imprenditori che credevano in questo progetto. Mi sento un po' garante nei loro confronti, è una grande responsabilità. Fino a ieri ho gestito una società sportiva famigliare. Oggi l'Union Brescia non è così, è di una comunità. È una grande responsabilità. Qualche nome di sponsor l'ho fatto: A2A, Bonera, DAC che lo era già. Per la nuova governance... Dobbiamo lanciare l'aumento di capitale, poi in base all'adesione decideremo".

"L'imprenditore ha un lato di pazzia. Mi ha accompagnato anche quello".

A Brescia in Serie C non si vede da 40 anni: come si vince? "L'anno in cui abbiamo vinto... Non siamo partiti favoriti. C'erano squadre più blasonate come il Vicenza. A te deve andare tutto bene, agli altri un po' meno. Quest'anno, per come sta allestendo la squadra il nostro direttore sportivo con il tecnico Aimo Diana... Sarà una buona squadra, sulla base di uno zoccolo duro. Non dico che vinceremo perché lo fa solo uno. Faremo bene: vincere è sempre difficile, tutti partono per questo obiettivo".

Il sindaco Castelletti esclude altri progetti. "Oggi siamo in Loggia a presentare questo progetto. Non c'è altro sul tavolo".

Riprende Pasini, sugli allenamenti. "La squadra sarà a Salò, abbiamo una situazione ottimale, uno stadio dove c'è tutto quello che serve. Anche perché di alternative in questo momento non ne abbiamo. Torbole è di proprietà della famiglia Cellino e non è il caso di trattare questa partita. Da qui a due anni dobbiamo trattare alternative".

Sui momenti difficili. "Ce ne sono stati, ma ho avuto persone intorno che mi hanno aiutato. Anche dal punto di vista morale è stato importante. Avere la fiducia dei soci della Feralpi mi ha confortato".

Ha cercato giocatori dell'ex Brescia? "Abbiamo chiuso con Fogliata, 2004, che è promettente. Sta facendo le visite. Bisoli? Credo che abbia ancora davanti a sé 3-4 anni di carriera, ha 31 anni. Ha fatto la scelta giusta, quella di stare in categoria, è andato a Cesena dove, oltretutto, gli hanno corrisposto un compenso migliore di prima e come tale è andato lì. Secondo me ha fatto bene, se volete il mio giudizio. Al di là di tutto per un giocatore fare la Serie B è importante, per la propria carriera. Il ragazzo ha fatto una scelta coerente, ovvio, lui si è lasciato un po' trasportare all'inizio perché era molto legato ai tifosi, alla città. Diamogli atto, è un segnale di generosità. Tanti social apparsi contro di lui li trovo ingiustificati, sono sincero".

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