Hojlund è solo l'ultimo di una lunghissima lista di flop al Man United. Perché sempre a loro?

Rasmus Hojlund potrebbe essere il nuovo attaccante del Milan. Per la gioia dei tifosi del Manchester United e anche dei suoi compagni di squadra. Se ne sono lette di ogni negli ultimi giorni sul danese che è praticamente demonizzato dallo spogliatoio. Una figura di alto profilo ha messo in dubbio il ritmo di lavoro di dell'ex Atalanta. E in campo spesso si sono visti i giocatori restii a passare la palla al danese, accusato inoltre di non avere un pressing efficace e di perdere troppo spesso i contrasti. Un investimento da 77.8 milioni che non ha dato i suoi frutti, con i numeri impietosi a raccontarlo: 26 gol in 95 partite. Sir Jim Ratcliffe, l'uomo più ricco del Regno Unito, acquistato il Manchester United se lo è ritrovato nel "pacchetto", acquistato dalla proprietà precedente, e certamente non si strapperà i capelli per la cessione.
Quanti flop dall'addio di Ferguson
Ma Hojlund è solo l'ultimo in ordine cronologico di una serie di giocatori che sono arrivati a Old Trafford con grandi aspettative e sono andati via con lo status di "bidone". Succede a ogni squadra, ma allo United è diventata di fatto una regola. Come se indossare la maglia dei red Devils renda improvvisamente i giocatori brocchi. La lista dall'addio di Sir Alex Ferguson è talmente alta e con nomi altisonanti da fare impressione: Angel Di Maria, Radamel Falcao, Memphis Depay, Bastian Schweinsteiger, Alexis Sanchez, Donny van de Beek, Jadon Sancho, Antony per citarne alcuni. Ma molti altri hanno reso anche al di sotto delle aspettative, pur non potendo essere propriamente definiti flop. Ma perché tutto questo?
Aspettative sempre più schiaccianti
Lo status, anzitutto. Il Manchester United stando alle statistiche sarebbe la squadra più tifata al mondo. Il suo account Instagram vanta 64.5 milioni di follower. Il City, per fare un esempio di competitor che negli ultimi 10 anni ha vinto molto di più, ne ha "solo" 56.2. Tanti tifosi in tutto il mondo, tanta responsabilità, tanta pressione. E dall'addio di Ferguson nel 2013 la squadra è stata incapace di vincere la Premier League. E più gli anni passano, più l'attesa frustrante aumenta, a maggior ragione vedendo gli odiati nemici (non solo City ma anche Liverpool) la pressione si fa maggiore. Old Trafford è ormai considerato in Inghilterra come un cimitero per i calciatori che, leggendo i nomi, non possono essere diventati improvvisamente mediocri.
I problemi nascono dall'alto
C'è una mentalità completamente fallimentare che parte dall'alto e si estende fino alla base del club. Prendiamo le parole di Cristiano Ronaldo, al momento dell'addio ai red Devils dopo la sua ultima parentesi: "Ai Glazer non importa nulla della squadra, almeno non della parte sportiva". Certamente l'inizio dell'era Ratcliffe non è stata delle migliori, considerando che fra le prime scelte intraprese c'è stata quella di licenziare diversi dipendenti del club oltre ad aumentare i prezzi dei biglietti. Proprio un bel biglietto da visita.
